CELLINO, LE VENTILATE DIMISSIONI E IL PRECEDENTE GATTOPARDESCO DI CAGLIARI NEL 2005-06

Se un proprietario rimette l’incarico di presidente al Cda spesso nulla cambia perchè tutto cambi, così accadde in Sardegna 17 anni fa. Il padrone delle Rondinelle dica piuttosto se il Brescia è in vendita e soprattutto per quale cifra. La figura di Pierangelo Seri

Brescia. Secondo Il Giornale di Brescia Massimo Cellino minaccia di dare le dimissioni da presidente del Brescia calcio. Avvertenza numero uno: come avete visto abbiamo citato la fonte, perchè nel giornalismo corretto e rispettoso si fa così. Avvertenza numero due: minacciare non vuol dire fare. Riteniamo inoltre che le dimissioni non si minaccino, si danno o non si danno. E chi scrive questo articolo, nel suo piccolo, l’ha dimostrato chiaramente nel giugno del 2021. Il grido “al lupo al lupo” di Cellino inoltre è già stato sentito da quando è a Brescia (le orecchie del sottoscritto ne sono testimoni). Non è la prima volta, potrebbe non essere l’ultima. Dopodichè, anche se così fosse: che senso hanno le dimissioni di un proprietario? Non è un allenatore: se quest’ultimo si dimette rinuncia all’incarico e allo stipendio, ma se un proprietario di una società di calcio si dimette da presidente ne resta comunque in possesso. E può continuare ad operare come ritiene opportuno, scaricando magari le colpe su chi va a ricoprire il ruolo (onorifico) di numero uno nel caso in cui le cose dovesse andare (nuovamente) male. E’ chiaro che in un momento in cui Cellino ha capito che non ha la possibilità di costruire una squadra competitiva per la nota vicenda che lo vede coinvolto in Tribunale, dopo aver constatato che la squadra low cost non farà saltare il banco essendo senza vittorie ormai da 8 partite ufficiali, contestato dai tifosi, essendosi fatto terra bruciata con le istituzioni e l’ambiente bresciano in generale, il presidente voglia allontanarsi dalle responsabilità tecnico-sportive-economiche.

Cui prodest? Il punto è un altro: il Brescia è in vendita oppure no? E se sì, a quale cifra? C’è un precedente in cui Massimo Cellino diede le dimissioni da presidente del Cagliari: accadde nella stagione 2005-06. Nonostante una salvezza appena conquistata in serie A, la piazza era in subbuglio per i continui colpi di testa dell’imprenditore sardo, lui decise di andare a vivere tra Miami e Londra nominando l’avvocato bresciano Bruno Ghirardi (lo stesso che gli ha fatto da intermediario nell’acquisto del Brescia calcio da Marco Bonometti) come presidente rossoblù, affiancandogli Sandro Angioni come direttore generale. La lontananza non impedì a Cellino di fare e disfare, cambiando ben quattro allenatori: Attilio Tesser (cacciato già dopo la prima giornata), Daniele Arrigoni, Davide Ballardini e Nedo Sonetti. Alla fine il Cagliari ottenne comunque la salvezza. E’ questo che Cellino ha in testa di fare? “Fuggire”, non metterci più la faccia, ma continuando a gestire tutto con i suoi modi ormai, ahinoi, noti a tutti? Una nuova trama del Gattopardo in salsa biancoazzurra? Se così fosse, dovrà comunque fare i conti con un personaggio che nessuno nomina più, ma che esiste e con lui, piaccia o non piaccia allo stesso Cellino, deve confrontarsi: Pierangelo Seri, amministratore giudiziario della Eleonora Immobiliare e che a cascata deve essere informato di tutto ciò che l’uomo di Cagliari vuole fare anche con il Brescia calcio. Un Pierangelo Seri che non potrà rimanere a lungo fuori dal Cda del club di via Solferino-Ferramola.