A Genova il gol del polacco, sabato a Terni riflettori puntati su Donnarumma oltre a Martella e Paghera. Per il centravanti in Umbria ci sono però problemi con una polemica innescata dal procuratore che già ruppe con Cellino mentre il terzino sostiene: “Siamo più forti del Brescia del 2018-19”
Brescia. L’esperienza insegna. O quantomeno dovrebbe provare ad insegnare qualcosa e, di conseguenza, a prendere le relative contromisure. Se in due settimane Joronen nega un gol già fatto a Moreo e Jagiello insacca alle spalle di Lezzerini, forse uno scongiuro in vista della sfida alla Ternana andrebbe fatto. Oppure non resta che preparare le relative contromisure. In Umbria ci sono tre ex Brescia pronti a far male alla loro ex squadra. Uno l’ha già fatto. Il più impronosticabile. Ma andiamo con ordine.
Colpa di Alfredo. Nell’estate del 2018, con l’obiettivo di iniziare un nuovo ciclo dopo l’addio di Andrea Caracciolo, Massimo Cellino acquista dall’Empoli, per una cifra di poco inferiore ai 3 milioni di euro, il cartellino del centravanti di Torre Annunziata, l’anno precedente vicecapocannoniere del campionato dietro a Ciccio Caputo. L’investimento viene subito ripagato: Donnarumma matura fin da subito una grande intesa con Ernesto Torregrossa e i due, autori a fine anno di trentacinque gol complessivi, trascinano il Brescia in serie A dopo nove anni. Tuttavia, dopo circa un mese dall’ufficialità del ritorno nella massima serie, scoppia un caso: Mario Giuffredi, procuratore oltre che dell’attaccante, di Emanuele Ndoj e Bruno Martella, rivela a Tuttomercatoweb il 13 giugno che “il presidente Cellino avrebbe imposto ai tre giocatori di cambiare procuratore, pena l’immediata messa sul mercato”. La situazione poi rientra (il 3 settembre, sempre allo stesso portale, il procuratore dichiara “Il litigio è acqua passata, Cellino è uno dei presidenti più simpatici in assoluto e uno dei migliori nel fare il suo lavoro”) e Donnarumma è grande protagonista delle prime giornate di A con quattro gol: poi però entra in gioco Mario Balotelli, colpo di mercato di quel Brescia, che, unitamente alla fiducia della società per un Aye allora “acerbo”, fanno crollare sotto i tacchi il morale dell’attaccante campano, che si sente, a torto o a ragione, messo da parte. Ci sarà comunque ancora spazio per qualche sprazzo del vero Alfredo, soprattutto sotto la prima gestione Clotet; ma il rapporto l’anno scorso termina per fortuna consensualmente, con la cessione alla Ternana. Tra i rossoverdi d’Umbria Donnarumma è tornato a segnare, ma è notizia di cinque giorni orsono la nuova “bordata”, sempre dello stesso procuratore: Giuffredi ha infatti dichiarato che “se Lucarelli vede in Donnarumma la terza scelta per il suo attacco, sarà costretto a cambiare aria a gennaio”. Terza, seconda o prima scelta che sia, pare che una maglia da titolare sia per lui pronta per la sfida al Brescia. Neanche a farlo apposta
Déjà vu. Nei giorni dell’esclusione di Massimo Bertagnoli, causa anche i cattivi rapporti con il suo procuratore Andrea d’Amico (lo stesso di Andrea Caracciolo), a tanti tifosi e non solo è tornata in mente la sopracitata vicenda con Mario Giuffredi (si spera con lo stesso epilogo), procuratore, come abbiamo visto, non solo di Donnarumma ma anche di Bruno Martella. La parabola in maglia Brescia dei due calciatori ora in Umbria, da un certo punto di vista, è simile: il terzino arriva a Brescia nel gennaio 2019, dopo quattro stagioni e mezzo trascorse tra gli squali di Calabria del Crotone. Diventa subito protagonista segnando due gol su punizione, uno al Foggia ed uno al Bentegodi di Verona. Dopo la promozione in serie A però pian piano il suo spazio si riduce, appannaggio di un Mateju all’epoca ancora terzino sinistro (saranno solamente ventiquattro le presenze in serie A). Il terzino tornerà poi titolare nella successiva stagione di B, ma l’anno scorso arriva anche per lui la cessione in Umbria. Protagonista la scorsa annata, anche per lui quest’anno lo spazio si è ridotto; tuttavia l’infortunio del terzino Corrado gli regala la chance di tornare titolare sabato pomeriggio. A margine della trasmissione “Luci al Liberati” della scorsa settimana, Martella ha dichiarato che “la sua Ternana è più forte del Brescia della promozione, ma non se ne rende neanche conto”. Una bella responsabilità.
Non ci han creduto abbastanza. Oltre ai due grandi protagonisti dell’ultima promozione, in rosa alla Ternana c’è anche un ex prodotto del settore giovanile delle Rondinelle. Si tratta di Fabrizio Paghera, che, dopo aver fatto tutta la trafila tra i ragazzi, in Primavera viene notato da Beppe Iachini, che si convince a provarlo titolare causa indisponibilità degli altri centrocampisti davanti alla difesa. Le presenze saranno dodici per la “baby pantera” (copyright del direttore di questa testata), che resterà titolare fino all’arrivo di Alessandro Budel e Nicolas Cordova. L’anno successivo, con il Brescia in A, viene ceduto in comproprietà al Verona, ma al termine della stagione, con Beppe Scienza in panchina, torna a casa. Ci resterà poco, perché a metà annata 2011-2012 viene ceduto in prestito al Lanciano, allora in serie C: gli abruzzesi otterranno poi una storica promozione in B e decideranno di riscattare il centrocampista, per una cifra tra i cinquantacinque e i sessantamila euro. L’investimento porta subito i suoi dividendi: 25 agosto 2013, prima giornata di campionato, di fronte Brescia e Lanciano. Su un campo reso pesantissimo da un forte temporale prima della gara Paghera è abile a superare Saba, prima di insaccare con un bel tiro a giro il gol del momentaneo 1-1 (la partita per la cronaca finirà 2-2). L’esultanza è rabbiosa, con il centrocampista che mostra la maglia con il suo nome; il pubblico del Rigamonti chiaramente non gradisce, ma erano chiare le motivazioni di quel gesto: rimarcare a chi non aveva creduto in lui l’errore che aveva fatto. La sua carriera sarà poi fatta di pochissimi trasferimenti, legati principalmente a crisi societarie, prima al Lanciano e poi all’Avellino. Dopo un anno a Vercelli, (preceduto da un tentativo di Massimo Cellino di riportare a casa il giocatore) si trasferisce infine a Terni, dove però attualmente nelle gerarchie del centrocampo parte dietro, nonostante il suo essere, per i tempi che corrono e quattro stagioni e mezzo, un veterano degli Umbri.