I TEN TALKING POINTS DI BRESCIA-ASCOLI

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points. Il capitolo dodici del Campionato degli Italiani si è concluso e l’epilogo è ancora una volta triste, con un pareggio ascolano all’ultimo minuto che condanna il Brescia al terzo 1-1 di fila, quarto nelle ultime cinque. Andiamo allora ad analizzare la partita di ieri, prima però il solito prontuario. 

Questa rubrica nasce con tono irriverente, prendendo in esame, tra il serio e il faceto, le grandi questioni relative al Brescia Calcio, che siano partite, calciomercato o, più raramente, questioni che mi appassionano. Qui potrete trovare un ampio uso di iperboli, metafore, similitudini, innamoramenti calcistici che durano come un batter d’ali di farfalla oppure una vita intera (vedi Fridjonsson e Jonathas) e pennellate di colore sulla variegata fauna che ancora popola il mondo degli stadi (di cui ovviamente faccio parte pure io). Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente strumentale e funzionale alla creazione di un racconto. Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. In fin dei conti si sta parlando di calcio, la cosa più importante tra quelle meno importanti.

1.   Il Brescia pareggia un’altra partita. Finale amaro, con il Brescia per la prima volta fischiato e l’invito al presidente Massimo Cellino a guardare la partita. Più che il risultato credo però abbia lasciato il segno il brutto spettacolo: a parte venti minuti il Brescia non ha giocato e dopo il gol si è subito abbassato. Il gol subito è solo la conseguenza di un atteggiamento timoroso e rinunciatario. 

2.   E dire che il pomeriggio non era iniziato nemmeno male, con un bel sole che aveva convinto qualcuno in più del solito ad assiepare le tribune dello stadio Rigamonti (il dato riporta infatti quasi cinquemila spettatori). Tuttavia lo spettacolo è stato ancora una volta modesto, quindi temo che molti la prossima partita, dovendo scegliere, faranno altro. 

3.   Parlando dei giocatori in campo, i migliori sono Florian Aye ed Emanuele Ndoj: il primo va ancora una volta a segno, forse al decimo pallone toccato per essere generosi, il secondo è semplicemente il giocatore più forte della rosa e l’unico in grado di poter creare qualcosa dal nulla. 

4.   Tanti segnali di vita dal pianeta Van de Looi: seconda prestazione positiva per lui. Nulla che faccia gridare al miracolo, per carità, ma un’onesta partita per uno dei tradizionali capri espiatori di tutti i mali, un deciso passo in avanti che farà tutti felici, meno i suoi detrattori a prescindere. 

5.   Un tempo, con un Clotet che non vince da metà settembre, sarebbero già iniziate le voci di un possibile cambio di allenatore. Per fortuna invece ad oggi tutto tace, considerando che Lopez è libero e la fila al centro sportivo per allenare il Brescia non c’è. 5bis) Un eventuale cambio in panchina non servirebbe comunque a nulla: Clotet sta facendo il massimo e i diciannove punti che questa squadra ha sono il suo valore reale. 

6.   Altro tema scottante della settimana è la vicenda Bertagnoli: da eroe di Como ad agosto a fuori rosa a novembre il passo è stato brevissimo. Tutto può succedere in casa Brescia: ad agosto si parlava del centrocampista veronese come possibile erede di Dimitri Bisoli, ora a gennaio (forse) verrà ceduto. Sic transit gloria mundi.  

7.   La prestazione dell’arbitro di ieri pomeriggio non è certamente positiva. Falli invertiti, non fischiati, o fischiati a capocchia. L’errore sul contrasto del povero Nuamah è grave. Tuttavia il direttore di gara rischia di essere la solita foglia di fico: fa certamente incavolare, ma magari, se il Brescia avesse continuato a spingere dopo il gol di Aye avrebbe trovato il raddoppio, rendendo vano ogni altro discorso. Nessuno può dirlo. 

8.   Lezzerini è stato espulso per le veementi proteste dopo il gol e rischia due giornate. Questo periodo di stop, a mio avviso, gli farà soltanto bene: non è sereno, e rimanere un po’ fuori potrebbe farlo ritrovare anche mentalmente. 

9.   Per chi come me ha bisogno di un’emozione, è chiaro come lo spettacolo di ieri pomeriggio sia del tutto insufficiente. Personalmente già a novembre sono piuttosto scarico e disilluso: non tremo (ancora) per la possibile retrocessione e non mi emoziono al pensiero di essere in corsa playoff. La mia sensazione è di essere in una sorta di governo tecnico, anestetizzante di qualsiasi velleità, un limbo in attesa che giungano tempi migliori. Avevo un bellissimo ricordo del Clotet I, forse una delle cose migliori che abbia visto a Brescia negli ultimi anni, ma i calciatori avevano tutto un altro spessore. Ora invece ritrovo un Brescia rinunciatario, che non sembra aver nulla del calcio innovativo del mister catalano. Non chiedo di vincere, ma di poter almeno provare a sognare sì. 

10.  La mia analisi termina così, quasi con rassegnazione: diciannove punti, posizione tranquilla di classifica, meno venticinque circa alla salvezza (l’anno scorso la Spal si è salvata con tranquillità a quarantadue e i playout si sono giocati a trentacinque-trentaquattro punti). Appuntamento allora per la sfida alla Ternana. 

Anche per quest’oggi termina la mia analisi. Un abbraccio a tutti gli affezionati lettori di Bresciaingol.com.