L’attaccante francese: “Se segno per tre partite di fila tutti mi dicono che sono il migliore, se non lo faccio mi dicono il contrario”. Il centrocampista era alla Triestina con il tecnico dell’Ascoli: “Voglio specializzarmi in un ruolo, nel calcio di oggi è fondamentale”
Brescia. Questo pomeriggio Florian Aye e Nicolas Galazzi hanno partecipato, dalle 17 alle 18, ad un incontro con i tifosi organizzato presso lo store di via Solferino. Al termine hanno risposto alle domande dei cronisti presenti. Il primo è stato Nicolas Galazzi.
Tu conosci Bucchi molto bene avendolo avuto nel campionato scorso alla Triestina. Che Ascoli ti aspetti sabato al Rigamonti?
«Sinceramente mi aspetto un Ascoli molto spavaldo, che verrà qui a cercare di prenderci alti. Secondo me verranno a prenderci ad uomo, perché conosco il mister e so che è molto bravo in questo. Noi dovremo fare la nostra partita, come stiamo facendo ultimamente: nelle ultime partite stiamo anche segnando tanto nei minuti finali, segno di come la squadra non molli mai. Ciò ci deve dare molta forza».
Per ora si sono visti due Brescia, uno dirompente ed uno meno. Sono solo le fasi di una stagione?
«Secondo me noi giocatori siamo andati sia a settembre sia ad ottobre in campo con la voglia di vincere. Questo non è cambiato. Ovviamente ci possono stare degli alti e bassi, come li hanno le big anche in serie A: dovremo cercare anche nei momenti non buoni di non perdere».

Terzino, mezzala, esterno: c’è un ruolo in cui ti trovi meglio?
«Sono contento di essere un giocatore duttile. Più gli anni passano, più è importante “specializzarsi” e ciò può essere sia una cosa positiva che negativa: uno fa una cosa sola in campo e la fa bene».
È venuto poi il turno di Florian Ayè, ormai un veterano di questa squadra e sempre più a suo agio ai microfoni.
Sei a Brescia da quattro anni, quindi ne hai vissuti tanti. Che differenza c’è tra questo Brescia e ad esempio quello dell’anno scorso?
«Rispetto all’anno scorso siamo una squadra più giovane, ma abbiamo tanta voglia di far bene, di crescere. Secondo me abbiamo un’ottima mentalità, che ci permette di non mollare mai: ciò si è visto anche a Genova, partita che abbiamo recuperato all’ultimo».

Senti la fiducia della piazza?
«Il calcio è così, se segno per tre partite di fila tutti mi dicono che sono il migliore, se invece faccio tre partite senza segnare, mi dicono il contrario. Mi concentro dunque sulle mie prestazioni individuali».
Secondo te devi essere più “cattivo” in campo, per diventare ancora più prolifico?
«Io in campo vado sempre al massimo. Poi la gente può pensarla in un altro modo, ma io lascio sempre tutto sul campo».
È vero che preferisci essere riferimento unico in mezzo all’area piuttosto che giocare con un altro compagno d’attacco?
«È uguale per me. Sia da solo che con un altro attaccante, quando gioco centrale mi trovo bene».