I TEN TALKING POINTS DOPO GENOA-BRESCIA

Genova. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points. Il capitolo undici del Campionato degli Italiani si è concluso e l’epilogo per una volta sorride al Brescia, con un pareggio agguantato all’ultimo respiro dopo una partita finalmente gagliarda e coraggiosa. Senza perderci in ulteriori preamboli andiamo allora ad analizzare la partita, prima però il solito foglietto illustrativo. 

Questa rubrica nasce con tono irriverente, prendendo in esame, tra il serio e il faceto, le grandi questioni relative al Brescia Calcio, che siano partite, calciomercato o, più raramente, questioni che mi appassionano. Qui potrete trovare un ampio uso di iperboli, metafore, similitudini, innamoramenti calcistici che durano come un batter d’ali di farfalla oppure una vita intera (vedi Fridjonsson e Jonathas) e pennellate di colore sulla variegata fauna che ancora popola il mondo degli stadi (di cui ovviamente faccio parte pure io). Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente strumentale e funzionale alla creazione di un racconto. Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. In fin dei conti si sta parlando di calcio, la cosa più importante tra quelle meno importanti.

Letto? Allora possiamo dare il via all’analisi. 

1)   Il Brescia esce da Marassi con un punto. Un pareggio cercato, voluto, frutto di un atteggiamento finalmente propositivo contro un Genoa (bisogna dirlo) abbastanza ingenuo, che ha pensato di poter amministrare la partita senza strafare. Peccato di gioventù della categoria: mai dare per morto nessuno prima che lo sia per davvero. Si rischiano beffe atroci.

2)   A proposito di beffe, Andrea Cistana, dopo aver pareggiato, ha salvato anche il possibile 2-1 Genoa che sarebbe stato una mazzata soprattutto per il morale. Lezzerini con ieri conclude un mese non positivo: ha certamente salvato il possibile 2-0 su Coda, ma sul gol di Jagiello si è buttato in ritardo e l’uscita avventata al novantacinquesimo sarebbe potuta costare carissima. Urge riprendersi. 

3)   Ospite su un canale Twitch Genoano, mi hanno chiesto chi avrei ripreso tra Sabelli, Jagiello e Pajac. Ho risposto Sabelli, perché è di gran lunga il terzino più forte e completo della categoria e uno dei giocatori più smaliziati che abbia mai visto giocare in B. Anche ieri pomeriggio ottima prova. 

4)   Con l’atteggiamento di ieri pomeriggio, sicuramente le trasferte di Cagliari e Bari sarebbero potute andare diversamente: Marassi è uno degli stadi della categoria che può incutere maggior timore ad una squadra giovane, ma il Brescia ha retto bene all’impatto. La sconfitta di Cagliari mi “rode” ancora, perché si è perso per errori individuali contro una squadra battibile. 

5)   Dei singoli, a parte Cistana, ho apprezzato la prova di Karacic, Ndoj, che è sembrato esaltarsi davanti al grande palcoscenico, e Olzer. Qualche segnale di continuità anche da Van de Looi: non ha chiuso sul gol del Genoa, ma ha comunque tentato qualche giocata coraggiosa, distribuendo nel contempo anche bene il pallone. 

6)   Punto tradizionalmente dedicato agli avversari, che sono sicuramente forti (hanno tenuto l’ossatura della A e ci hanno aggiunto Coda) ma lo sono talmente tanto che possono rischiare di “piacersi troppo” e di sottovalutare l’avversario. Inoltre Blessin, allenatore che apprezzo tranne che per quei buffi calzoni che indossa, è a mio parere un po’ “sparagnino”: non mi pare uno che vuol vincere tutte le partite tre a zero. Andranno in serie A in qualche modo, ma sicuramente non a passo di marcia. 

7)   A pesare come un macigno sulle prestazioni del Brescia c’è invece l’impossibilità di svoltare a partita in corso: nell’epoca dei cinque cambi non puoi farne due di cui uno è Labojiko per Ndoj, cambio che dovresti fare quando stai vincendo 1-0 per tenere un po’ di più il pallone. Ieri per il 4-1-4-1 sarebbe stato perfetto Bertagnoli sulla fascia destra, Aye è centravanti d’area di rigore e quel ruolo non può farlo. 

8)   Dagli altri campi: ad oggi non riesco proprio ad immaginare chi possa retrocedere. Solitamente una candidata alla retrocessione si scopre sempre subito, ma quest’anno sembrano tutte combattive. Quella messa peggio considerati i valori messi in campo mi sembra il Venezia, ma non credo possa retrocedere davvero. Castori che retrocede con il Perugia non ce lo vedo. Forse il Como di Fabregas ed Henry può davvero andare in C. Sarebbe clamoroso. 

9)   Una prestazione del genere a Marassi contro il Genoa avrei voluto vederla anche nel 2019, invece dopo il gol di Tonali il Brescia smise di giocare. È uno dei miei rimpianti per l’ultima annata di serie A. 

10) Momento di tirare le somme: il Brescia conclude ottobre con tre punti e, considerati gli avversari, non è andata nemmeno male. In questa serie B non ci sono davvero partite facili (forse l’unica partita davvero semplice è stata quella con il Sudtirol ad agosto, adesso contro la squadra di Bisoli soffrono e soffriranno tutti), quindi vanno giocate tutte al massimo delle forze e della concentrazione. Per fortuna c’è solo un incontro a settimana. Appuntamento dunque per la gara con l’Ascoli, che come ogni anno in trasferta fa faville. 

Un saluto a tutti gli affezionati lettori e viva la Leonessa!