Ndoj sblocca nel primo tempo, ma il ritorno alla vittoria sfuma all’87esimo quando Crnigoj in contropiede (!) regala il pareggio al Venezia. E i tifosi a fine partita esternano tutta la loro delusione
Brescia. Si possono trovare tanti colpevoli per la vittoria che il Brescia vede sfumare proprio sul filo di lana, ma la verità è che il vitigno produce il vino che l’uva gli dà. E che quella scelta quest’estate non fosse di primissima qualità lo si sapeva, inutile stupirsi, arrabbiarsi, indignarsi adesso. Nell’ 1-1 con il Venezia, che matura per un contropiede subito a 3’ minuti dal novantesimo di una partita che si sta giocando in casa (sì, avete letto bene), ci sono discutibili cambi di modulo, più che di uomini apparsi stanchi, c’è il mancato fallo di Viviani su Crnigoj, ci sono le chiusure che non arrivano da parte di Mangraviti e Adorni, c’è la mancanza di coraggio nell’andare a cercare il raddoppio pensando di poter controllare il vantaggio di corto muso, ma questo è quello che passa il convento. Così è, se vi pare.

Sull’altalena. Il pareggio del Venezia non è un furto, anche se prenderlo così brucia come una ferita aperta. E’ stato un Brescia ancora una volta altalenante, una squadra che alterna momenti di buon calcio a black out improvvisi. E stavolta ci si è messo anche il portiere avversario: la paratona di Joronen su Moreo farà (forse) rimangiare ai rapinatori di sentimenti, odiatori per noia o fors’anche per professione, certi giudizi affrettati verso un portiere che in tre anni di Brescia ha fatto anche più del suo e che ora si tengono stretti a Venezia. Il tutto nella giornata del ritorno al gol (e alla buona prestazione) di Ndoj sul bellissimo assist di Ayè. E se la Leonessa recrimina per l’occasione di Moreo, il Venezia avrebbe potuto pareggiare già in apertura di secondo tempo con il colpo di testa di Pohjanpalo finito sulla traversa. Prendere gol lì, avrebbe fatto meno male.


La situazione. E’ il secondo 1-1 consecutivo al Rigamonti e come con il Cittadella il Brescia si è fatto rimontare. Non bei segnali. Due punti nelle ultime quattro partite, la vittoria che manca da più di un mese, ma pur sempre il sesto posto in classifica a + 8 dalla zona retrocessione. Per sabato prossimo è in agenda la trasferta più difficile del campionato, a Marassi dal Genoa nuova capolista del campionato insieme al Frosinone e capace di vincere in casa della Ternana, la squadra fino a prima di oggi più in forma di tutte. Un’impresa in terra ligure sarebbe un fremito, un’emozione che il pubblico biancoazzurro (esploso in un boato di fischi al fischio finale) aspetta per uscire da un’aurea mediocrità.

METAMORFOSI TATTICHE
Dal 1’ (4-3-2-1):
Lezzerini; Jallow, Cistana, Adorni, Huard; Bisoli, Van de Looi, Ndoj; Moreo, Olzer; Ayè.
Dal 1’ st (4-3–2-1): Galazzi per Olzer
Lezzerini; Jallow, Cistana, Adorni, Huard; Bisoli, Van de Looi, Ndoj; Moreo, GALAZZI; Ayè.
Dal 21’ st (4-3-2-1): Bertagnoli per Ayè
Lezzerini; Jallow, Cistana, Adorni, Huard; Bisoli, Van de Looi, Ndoj; BERTAGNOLI, Galazzi; Moreo.
Dal 27’ st (4-3-2-1): Viviani e Labojko per Van de Looi e Ndoj
Lezzerini; Jallow, Cistana, Adorni, Huard; Bisoli, VIVIANI, LABOJKO; Bertagnoli, Galazzi; Moreo.
Dal 39’ st (4-3-2-1): Mangraviti per Huard
Lezzerini; Jallow, Cistana, Adorni, MANGRAVITI; Bisoli, Viviani, Labojko; Bertagnoli, Galazzi; Moreo.
