IL DOPPIO EX CRINITI: “CAGLIARI NON ANCORA CALATO NELLA REALTA’ DELLA B, IL BRESCIA CAPISCA CHE GIOCARE COME A BARI E’ GRAVE”

“Cellino dopo la debacle del San Nicola ha esagerato con le dichiarazioni come spesso gli capita, ma quando l’ho avuto in Sardegna elargiva premi che nemmeno il Milan. E che lite con Mazzone… A Brescia ruppi con Reja perchè voleva cambiarmi la personalità manco fosse mio padre. Ma sbagliai ad andarmene”

Brescia. In vista della trasferta di Cagliari (sabato pomeriggio alle ore 14) abbiamo sentito Antonio Criniti – doppio ex di questa partita – che ci ha parlato della sua avventura in biancoazzurro, del rapporto con Cellino (suo presidente in rossoblù) e ci ha fatto una disamina della situazione delle due squadre. 

Durante i tuoi anni a Cagliari hai avuto come presidente Massimo Cellino. Hai qualche aneddoto particolare da raccontare?

“A Cagliari ho avuto Orrù come presidente il primo anno e poi Cellino. Ho diversi aneddoti che potrei raccontare, ma ce n’è uno in particolare. Prima di uno Juventus-Cagliari al Delle Alpi, il presidente Cellino entrò negli spogliatoi e fece il suo classico comizio. Mazzone, il nostro allenatore all’epoca, non la prese bene, si incavolò e ci fu un battibecco fra i due. Racconto questo episodio perché mi colpì molto il carattere di Mazzone”. 

Cellino, dopo la pesante sconfitta di Bari, ha tirato le orecchie a Clotet. Secondo te ha fatto bene o poteva evitare? Come può gestire un allenatore le pressioni che arrivano dal presidente?

“Bisogna fare una premessa. La partita di Bari è stata la classica giornataccia, dalla quale esci con le ossa rotte. Ho visto tutto il match e nonostante si possa avere l’attenuante che il Bari ha trovato la giornata perfetta, il Brescia non ha giocato da squadra prima in classifica. Per quanto riguarda il presidente, non è la prima volta che fa dichiarazioni di questo tipo. È il suo carattere, ormai lo conosciamo. Secondo me ha esagerato, ma essendo lui il padrone, e mettendo i soldi, ha il diritto di dire e fare quello che vuole. Non credo esista un modo giusto o sbagliato per reagire alle sue critiche, dipende dal carisma del giocatore/allenatore. Io quando giocavo non ne facevo passare una, forse sbagliando. Sicuramente non tutti i giocatori di qualità sanno reggere le pressioni che una piazza importante come Brescia porta con sé. Io posso consigliare ai ragazzi di stare sereni perché sanno com’è fatto il presidente, lo conoscono. Inoltre posso dire che con Cellino hai la certezza che a fine mese ti arriva lo stipendio. A Cagliari ci dava anche dei premi tutt’altro che indifferenti. Nemmeno al Milan si vedevano quei bonus”.

Veniamo alla tua esperienza a Brescia. Qual è il ricordo che porti con te di quegli anni?

“Sono stato a Brescia per un anno e mezzo. La sintonia con i tifosi e con l’ambiente è stata fantastica. Il presidente Corioni era unico. Con lui potevi ridere e scherzare nonostante in tanti lo criticassero. Aveva uno status simile a quello di Cellino. Con la piazza c’è stata grande empatia fin dal primo momento e in poco tempo sono diventato l’idolo dei tifosi, anche se non ne ho fatto pienamente tesoro. Per questo devo fare mea culpa. Avrei potuto fare meglio e andare in Serie A con il Brescia, ma non avendo trovato il giusto feeling con Reja ho preferito andare via, visto che c’erano tanti fattori che mi spingevano in direzione di Reggio Calabria”.

Una volta, durante un post partita, dicesti che avresti preso provvedimenti nei confronti di Reja per averti sostituito…

“È vero, lo dissi perché mi sostituiva sempre, avevo tante richieste e non riuscivo a prendermi con lui, a differenza dell’ottimo rapporto che ho avuto con Mazzone. Reja voleva cambiare alcuni aspetti della mia personalità che non avrei fatto cambiare nemmeno a mio padre. Semplicemente non ci siamo trovati, capita nel calcio”.

Cosa pensi delle difficoltà che sta incontrando il Cagliari in questo avvio di stagione e come il Brescia può reagire dopo due prestazioni negative?

“I problemi del Cagliari sono causati dal fatto che non si è ancora calato nel campionato di B, come succede spesso alle squadre retrocesse. La Serie B non è come la A o la C, è un campionato poco spettacolare, ma tosto e ignorante. Il Brescia è più abituato, ma deve capire presto che prestazioni come quelle di Bari non sono ammissibili, perché giocare così male è grave. Spero che la partita di sabato sia con tanti gol e mi piacerebbe finisse in pareggio. Il mio cuore è un po’ più legato a Cagliari dato che lì ho vissuto una delle mie prime esperienze da professionista, ma ho bellissimi ricordi e rispetto per Brescia. Quindi che vinca il migliore”.