LUTTO NEL GIORNALISMO. L’ULTIMO CORSIVO DI ROMANO GANDOSSI: HA RACCONTATO TUTTO IL CALCIO DI CASA NOSTRA, DAL BRESCIA AI DILETTANTI

Chiari. Ci ha lasciati a 73 anni (compiuti ad agosto) Romano Gandossi, uno dei giornalisti bresciani più conosciuti tra quelli che hanno scritto di calcio bresciano dagli anni Settanta in poi. Dal Brescia al calcio dilettanti, ha raccontato centinaia e centinaia di partite e di storie del mondo del pallone di questa provincia. Dal Giornale di Brescia a Bresciaoggi, passando per la ”Gazzetta di Brescia” e il settimanale ”Lo Sport di Brescia” che negli anni ’90 andava per la maggiore, Gandossi è stato anche direttore de “La Voce di Mantova”.

Da lunedì era ricoverato all’ospedale di Chiari per problemi cardiaci. Era riuscito a superare un pesantissimo attacco di Covid nei mesi scorsi, si considerava a ragione un sopravvissuto, ma il suo fisico era ormai debilitato.

Chi scrive l’ha avuto come vice direttore a ”Lo Sport di Brescia”, in quella che era una vera e propria palestra giornalistica per noi ventenni che volevamo imparare questo mestiere. Con il suo modo, a volte fintamente burbero, il più delle volte invece scanzonato con cui ti faceva capire come si stava al mondo, mi ha insegnato i trucchi del mestiere, lasciandomi in dote una miriade di racconti e aneddoti che negli anni ho utilizzato per condire articoli, trasmissioni, tele-radiocronache e che continueranno a far parte di me e quindi di voi perchè non mancherò di continuare a renderli pubblici, per un giornalismo che deve saper tener sempre presente anche il passato oltre che il presente. Perchè nelle nostre radici affonda il senso di tutto e chi dimentica il passato non può proiettarsi nel futuro.

Era rimasto un amico vero, mostrandomi vicinanza, consigli, supporto, calore umano nella vicenda ormai ben nota che mi ha coinvolto tra febbraio e giugno del 2021. Non riusciva ad accettare di non leggere più la mia firma o almeno la sigla ”c.t.” su quel giornale dove aveva speso parte della sua vita, gli mancavano le radiocronache con soprannomi e pathos. Aveva però imparato a sintonizzarsi su Bresciangol.com, su VideoBrescia Sport (canale 118 del digitale terrestre), mi aveva confidato che non vedeva l’ora di tornare a sentirmi su RadioBruno Brescia con le radiocronache della Germani Pallacanestro Brescia e sabato sera quando inizierò il racconto di Germani-Varese il primo pensiero sarà per lui. Già perchè Romano Gandossi era anche un amico del basket, aiutava la squadra del suo paese (Trenzano) e negli anni ’80 come corrispondente di quotidiani nazionali aveva scritto della mitica Pinti Inox.

A lui mi lega anche l’anno 1996, quando prestavo servizio civile a Mantova dove lui all’epoca lavorava per ”La Voce”: la mattina andavo a raccogliere le nutrie morte sul fiume Mincio, il pomeriggio tornavo di corsa in città per seguire gli allenamenti del Brescia al campo Militare per poi correre in redazione e scriverne sul giornale. Pranzavo a casa sua e oltre che con certi salamini che aveva sempre di scorta, portati dalla sua Bassa, mi cibavo di racconti, spiegazioni, si insomma imparavo il mestiere, l’arte del giornalista e la mettevo da parte.

Ciao Gando. Grazie di tutto