I TEN TALKING POINTS DI BARI-BRESCIA

Bari. Un saluto cari amici e lettori e Ben ritrovati a Ten Talking Points. Il capitolo sette del Campionato degli Italiani si è appena concluso e il Brescia, come si dice in gergo, è stato respinto con perdite dall’esame di Bari. Andiamo allora ad analizzare la gara di ieri, prima però il solito foglietto illustrativo, al fine di garantire la corretta lettura dello scritto. 

Questa rubrica nasce con tono irriverente, prendendo in esame, tra il serio e il faceto, le grandi questioni relative al Brescia Calcio, che siano partite, calciomercato o, più raramente, questioni che mi appassionano. Qui potrete trovare un ampio uso di iperboli, metafore, similitudini, innamoramenti calcistici che durano come un batter d’ali di farfalla oppure una vita intera (vedi Fridjonsson e Jonathas) e pennellate di colore sulla variegata fauna che ancora popola il mondo degli stadi (di cui ovviamente faccio parte pure io). Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente strumentale e funzionale alla creazione di un racconto. Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. In fin dei conti si sta parlando di calcio, la cosa più importante tra quelle meno importanti.

1)   Il Brescia esce duramente sconfitto dal San Nicola di Bari, astronave nel deserto prodotta dell’idea di Renzo Piano per i mondiali di Italia ’90. L’effetto scenico quando arrivi in loco è garantito, possiamo però affermare tranquillamente come non sia “a misura di tifoso”. Molto piacevoli le orecchiette gentilmente offerte dall’area ospitalità dello stadio, forse le migliori in campo di una giornata decisamente complicata per i colori biancoblu. 

2)   Piccola digressione musicale: l’inno del Bari mi è sembrato un mix tra “Roma Roma Roma” di Antonello Venditti e “Napule è” di Pino Daniele. Sempre bello però il colpo d’occhio delle sciarpate, soprattutto con la partecipazione di tutto lo stadio. 

3)   Tornando al campo, il Brescia è uscito duramente sconfitto dalla sfida al Bari. Le cause sono a mio avviso molteplici: l’approccio completamente sbagliato al match, gli orrori individuali della retroguardia, un Lezzerini in giornata no e ovviamente il grande cinismo dei pugliesi sotto porta: ma quello è un merito, non una critica. 

4)   Due giocatori si salvano dalla sciagurata gita in terra di Puglia: Olzer, al debutto con gol (molto bello) in campionato e Moreo, non tanto per il gol, quanto per il solito lavoro senza palla. Tutto resto o appena insufficiente o gravemente. 

5)   La dinamica del fuorigioco di Aye è stata la pietra tombale sulla gara di ieri: confesso che ho fatto molta fatica a capirla. Tuttavia al VAR è difficilissimo sbagliare le linee, quindi mi fido. Forse però era meglio quando si poteva sbagliare in pace, ma almeno si era più genuini nelle esultanze, senza il terrore di vedere la propria gioia vanificata dal computer?

6)   A Bari si respira un’euforia notevole: nonostante i nomi non (più o ancora) di primissimo piano il pubblico sogna e vola con la fantasia. Dovrà essere bravo il loro allenatore (che mi ha fatto un’ottima impressione per umiltà, chiarezza e compostezza) a tenere l’ambiente calmo. Cheddira è nella classica fase dell’attaccante che ogni pallone che tocca lo trasforma in oro. 

7)   Devo confessare che in questo momento, se fossi l’allenatore del Brescia, a Galazzi non rinuncerei a cuore leggero. Benali dovrà salire di condizione, ora che anche Olzer si candida ad una maglia da titolare. Ieri pomeriggio, a proposito di centrocampo, non mi è proprio piaciuto Ndoj: è entrato male, con poca voglia, e pure nervoso. 

8)   In un grande volo di sportivi, ieri sull’aereo di ritorno da Bari abbiamo trovato le ragazze del Valdagno, squadra giovanile di Hockey su prato, che erano andate a Matera a giocarsi la finale d’andata della Supercoppa Italiana. Avevano perso 7-3. Sempre bello conoscere chi viaggia inseguendo il sogno di fare carriera in uno sport decisamente poco conosciuto e blasonato. Con la passione e il talento però ogni traguardo è possibile.

9)   Devo confessarvi un sogno: fare un anno di serie B con Pierpaolo Bisoli in panchina. Ieri un’altra gara capolavoro per cinismo, dieci punti in quattro gare. Dopo il miracolo del Cosenza l’anno scorso, è in cantiere un’altra impresa. 

10) Tirando le somme, una sconfitta troppo brutta da lasciare indifferenti ma forse nemmeno da demonizzare. I giovani sono così, garantiscono gioie e giornate amare. L’importante sarà farsi trovare lì, per incitarli a dare tutto nella partita contro il solito Cittadella, squadra sempre complicatissima, forse più di tante altre “blasonate” di B. 

Vi ringrazio come sempre per l’attenzione e gli eventuali commenti e viva la Leonessa!