IL BRESCIA E… IL SEDILE DELLA MERCEDES DI MARILYN MONROE

Brescia. Meglio piangere su un sedile della Mercedes, che sulla canna di una bicicletta, diceva Marilyn Monroe, che non era solo bella, e aveva ragione.

Siamo tutti qui ad interrogarci quale sia il potenziale del nostro Brescia, partito senza grandi clamori, con un mercato senza acuti, solo conferme, tante disdette, e spazio ai “saranno famosi”e, nonostante alcune defezioni importanti, si trova a guardare le altre dal sedile della prestigiosa auto tedesca.

Come può essere successo? Possiamo provare a dare un senso, mettendo insieme i mattoncini, come con le costruzioni dei bambini.

Innanzitutto abbiamo fatto due mercati, il primo prendendo alcuni giocatori, l’altro rispolverando e proponendo, giocatori finiti ai margini, quelli che si usano di solito per completare numericamente la rosa, che si è scoperto che non fossero dei broccacci da torneo interbancario: possiamo dire tranquillamente che Mangraviti stia facendo benissimo le due fasi da terzino, Adorni si senta più a suo agio a fare il direttore della difesa, e che Papetti abbia raggiunto uno standard buono. Non facciamo tanti goal, ma la difesa sembra reggere parecchio. Allora era colpa di Cistana? Certo che no, adesso c’è un portiere che esce, che chiama la palla e arriva dove lo chiama l’azione, ha i piedi per rilanciarla senza ferire i raccatapalle, oltre al fatto che c’è chi protegge l’area dalle percussioni centrali, quel Labojko che sembrava la solita meteora, e si sta rivelando quell’elemento di equilibrio e raccordo, che fa la legna, va sul portatore di palla, e imposta in maniera semplice, essendo altri quelli destinati a fare male alle difese avversarie. Anche qui, gli infortuni di VdL e Viviani, ci hanno tolto un po’ di qualità, ma non certo dinamismo e recupero dei palloni e, se la palla ce l’hai tu, gli altri, non segnano, diceva Liedholm. In mezzo abbiamo Bisoli che non sta benissimo, Ndoj è spesso fermo al palo, il Berta in buona forma, Benali un po’ indietro col fiato, così sotto con Galazzi, altrimenti destinato a fare tanta panchina prima di finire in campo, e abbiamo visto che anche Garofalo e Nuamah, hanno qualcosa da dire sul campo.

Davanti è piuttosto complicato: Moreo si fa in quattro per la squadra, e sta segnando poco, Bianchi gioca poco e segna parecchio, rispetto al minutaggio, Ayè ha ritrovato una vena realizzativa accettabile, dopo essere stato molto criticato. Un tempo si diceva che la squadra dovesse avere la spina dorsale forte: portiere, difensore centrale, mediano e centravanti, e mi sembra che siamo coperti, poi ci vuole una buona dose di fortuna negli episodi e, per ora, non ci possiamo lamentare.

E poi c’è l’allenatore, quel Clotet che fece una cavalcata notevole nel finale di due stagioni fa, arrivando allo scontro col Cittadella senza i due interni titolari, Bisoli e Ndoj, e con la lingua di fuori. Clotet può lavorare nelle migliori condizioni al cospetto di Cellino, che ha molte pretese quando crede di avere costruito una fuoriserie, ma non quest’anno, che ha dovuto fare un mercato al risparmio, e chiede solo la salvezza, per ora, e gli consente di fare esperimenti in serie, vuoi per gli infortuni a raffica, vuoi perché vuole valutare alcuni meccanismi: Moreo, Ayè e Bianchi insieme dall’inizio, la squadra non li regge, meglio con un centrocampista in più dietro due punte, di cui una molto larga. Ora sta tenendo Bertagnoli a destra e Bisoli a sinistra, ma non so fino a quando, se Karacic andrà al mondiale, e Jallow non imparerà a difendere…

Quindi? Adesso ci tocca il Bari, avversario storico e col pubblico di nuovo entusiasta, dopo aver mangiato la polvere delle categorie minori: si tratta di un esame importante, uscire con dei punti da uno stadio caldissimo, che può darti un peso supplementare, o stimolarti a dare anche l’anima, sarebbe un altra boccata di consapevolezza da parte della Banda Clotet, per ora un misto di gente di categoria e giovani di belle speranze, e che devono ancora dare il meglio, a differenza degli esperti di categoria.

Per ora ci tocca aspettare, a dare giudizi definitivi, stando in mezzo tra Cellino e Clotet che predicano di stare coi piedi per terra, ed i tifosi più ottimisti, che guardano la classifica, che ci sorride.

Ma è sempre meglio stare sul sedile della Mercedes…

Ezio Frigerio