La stellina delle aquile portoghesi, 18 anni, mamma bresciana e papà senegalese, ha raccontato la sua storia a Tuttosport
Torino. Nell’edizione di Tuttosport in edicola questa mattina, Cher Ndour, il talento bresciano del Benfica, ha raccontato la sua storia.
La stellina delle aquile portoghesi, 18 anni, mamma bresciana, papà senegalese, dopo aver tirato i primi calci all’oratorio San Giacomo, ha giocato nelle giovanili del Brescia dai 6 ai 10 anni. “Il club – racconta Cher – a quell’ epoca non stava passando un momento facile (era il 2014, fu rischiato il fallimento, ndr) e quando mi arrivò la proposta dell’Atalanta decisi di trasferirmi”.
Le buone prestazione in nerazzurro gli valsero la chiamata nelle nazionali azzurre giovanili ”e ora il mio sogno è che un giorno arrivi la convocazione di Roberto Mancini – afferma il bresciano – perché la chiamata di Gnonto dimostra che il c.t. tiene d’occhio anche i giovani e l’occasione può arrivare da un momento all’altro. Certo, prima devo almeno esordire nel Benfica A (gioca nella squadra B e nella Youth League, ndr)”.
“Nel mio periodo a Brescia ero inizialmente un’ala, fu Giovanni Valenti, uno dei primi allenatori di Mario Balotelli, a cambiarmi ruolo spostandomi a centrocampo. Adesso mi piace giocare mezz’ala di sinistra, con propensione all’attacco oppure trequartista. Sono rimasto un tifoso bresciano: quando torno a casa, vado a vedere le partite delle rondinelle al bar o a casa dei miei amici, loro seguono sempre la Leonessa”.