QUANTO VALE IL BRESCIA

Brescia. Una cosa che si stanno chiedendo tutti i “Bresciadipendenti” è quali siano le reali potenzialità della squadra. Dopo 4 giornate è presto per fare un bilancio, ma sono arrivate tre vittorie e una sconfitta: le rondinelle hanno affrontato una debuttante in B, partita sofferta un poco, ma vittoria meritata per il numero delle occasioni, poi ecco la sconfitta senza attenuanti a Frosinone, squadra molto forte, quindi acuto esterno a Como, sempre faticando per le occasioni sprecate e la forza degli avversari, anche se hanno cominciato maluccio, infine col Perugia, arrivato ai playoff l’anno scorso, e anche qui, il Brescia ha vinto con merito.

La squadra è stata costruita senza spendere molto, per le note vicende giudiziarie del presidente, tagliando ingaggi importanti, pescando in giro gente poco conosciuta, Viviani e un cavallo di ritorno (Benali). Non ha detto bene per gli infortuni, che hanno colpito, a più riprese, la difesa, lasciando i giocatori contati a Clotet, che ha avuto scelte obbligate.Anche il centrocampo ha avuto defezioni: Ndoj, che è un top player per la categoria, Olzer, Van de Looi e sabato anche Bisoli.

Per fortuna che c’è abbondanza di giocatori e in quel reparto è spuntato un Labojko in grande spolvero, che si muove bene, che sa dove e a chi dare la palla, sicuramente anche per merito di un impianto di gioco che favorisce l’impiego del mediano classico, il metodista che fa partire l’azione dal basso, senza indugiare in troppi giro palla lenti e orizzontali, guadagnando così tempi di gioco. Il polacco anche l’uomo che determina il baricentro della squadra: se lui sale, si alzano tutti, se lui sta dietro,la squadra accorcia in difesa. Un miglioramento, spiace dirlo, non ancora visto in Van De Looi, designato a diventare il metronomo della squadra, ma che sembra avere raggiunto uno stallo evolutivo, restando spesso nascosto, e senza convincere i compagni di potergli dare le chiavi del centrocampo: i giocatori sono i primi a capire di chi avere maggiore fiducia.

Clotet è un allenatore intelligente, che ha subito messo in chiaro una cosa: bisogna innanzitutto salvarsi, prima di fare altri programmi, e la cosa gli consente ampio margine di manovra, che lui usa per fare esperimenti offensivi e in mediana. Accantonato il tridente Moreo Ayè Bianchi, almeno per il momento la squadra non regge l’urto: benino col Sud Tirol, male col Frosinone, è spuntato Galazzi, giovane di grandi doti, il mancino che tanto mancava l’anno scorso, che fa da raccordo tra le punte e l’attacco. In mezzo, col Perugia, abbiamo visto una marea di soluzioni: prima Labojko play basso, con Bisoli e Bertagnoli interni, nel primo tempo, poi Benali al posto di Bisoli a sinistra, poi entra Viviani e si alza Labojko: non va bene e si alza Benali in una specie di rombo di centrocampo, quindi fuori Labojko per Garofalo, che si piazza a sinistra come interno. In tutto questo si sono viste anche cose meno belle: lasciare dietro Viviani, che sembra un po’ a corto di fiato, e spostando Labojko avanti nel rombo, ha dato campo al Perugia, che ha fatto una decina di minuti di forcing, forse sarebbe stato meglio un 4-4-2 classico, con maggiore copertura in ampiezza, ma l’obiettivo credo che fosse quello di chiuderla con un’altra rete, piuttosto che mettere un pullman davanti alla porta.

Certo, la partita si è messa subito bene, con le perle di Galazzi, che prima la sblocca e poi serve un pallone bello, ma non facile ad Ayè, che la mette in rete buttandosi sulla sfera, mettiamoci pure che Lezzerini ha fatto mezza parata, e gli avversari, ringhiosi come tutte le squadre di Castori, non hanno potuto usare le armi preferite dal proprio allenatore: centrocampo folto e di rottura, palle lunghe per Di Carmine e pedalare, perdendo tempo in ogni occasione. Adesso il Brescia è lì sopra, seppure in compagnia, e ora viene il difficile, quello di confermarsi squadra di livello, col mister che continua a parlare di punti utili in chiave salvezza, cosa che toglie pressione alla squadra e gli consente di provare elementi, anche di primo pelo, e soluzioni tattiche diverse. Non sappiamo come andrà a finire, ma ci sono i presupposti per divertirsi…

Ezio Frigerio

condividi news

ultime news