Brescia. Aver visto la luce a Lioni, in terra d’Irpinia, suona già bene per un ragazzo destinato a lottare per la Leonessa. E del resto, nei pochissimi minuti in cui ha calcato l’erba del Rigamonti, Vincenzo Garofalo ha lasciato intuire di appartenere alla categoria dei forti e dei pugnaci, degli umili e fedeli servitori della causa comune: merce rara, di questi tempi.
Tenerlo d’occhio: quel volto e quel sorriso di disarmante mitezza potrebbero celare artigli degni del regale felino che dà nome al suo luogo di nascita e alla squadra che nel cor dei bresciani sta.