CLOTET: “VITTORIA DI SQUADRA, TENENDO IL CONTROLLO DEL CAMPO”

L’allenatore biancazzurro analizza la seconda vittoria consecutiva dei suoi ragazzi: “La squadra ha iniziato bene, il gol preso si poteva evitare, ma è stato un episodio. Mangraviti esemplare per la squadra, non ho paura a far giocare i giovani, ciò crea valore alla società e al campionato”

Brescia. Pep Clotet in conferenza stampa è prodigo di complimenti verso i suoi ragazzi per la prova messa in mostra contro il Perugia, una vittoria di misura solo nel risultato. 

Si può dire che la vittoria di oggi sia stata di misura nella forma, ma non nella sostanza?

«Io credo che sia tutto merito della squadra. In un momento difficile, tutti i giocatori hanno messo davanti l’importanza del collettivo rispetto ai singoli. Abbiamo iniziato molto bene, con intensità. L’infortunio del guardalinee ha poi tagliato il ritmo. La nostra squadra invece ha bisogno di intensità. Dopo il black out di Como ci stiamo però abituando ad interruzioni che ci spezzano il ritmo (sorride, ndr). Il gol preso si poteva evitare, ma capita. Nel secondo tempo avevamo Jallow, Adorni e Papetti ammoniti quindi dovevamo difendere con il maggior possesso palla possibile. Avremmo anche meritato anche qualche altro gol». 

Nel secondo tempo possesso palla lento proprio per difendere?

«Per sapere se è stato davvero lento servirebbero statistiche che in Italia non abbiamo. Abbiamo comunque creato dei pericoli, volevamo il controllo. Il mio calcio è di attacco e di possesso palla, non concepisco il resto. Sapevamo che il Perugia ci avrebbe lasciato il pallino del gioco, è una squadra infatti che cerca le ripartenze e l’ampiezza. Il calcio di Castori è diverso dal mio, ma lo rispetto perché ha fatto una carriera spettacolare. Noi giochiamo sempre in verticale, cercando anche di essere veloci per mettere in difficoltà gli avversari. Il nostro centravanti Ayè ha fatto un grande lavoro di sponda. Anche Moreo ha fatto una grande partita come Galazzi, ma Stefano ha fatto un lavoro un po’ diverso. A Frosinone non siamo riusciti a giocare un calcio di squadra come invece abbiamo fatto a Como ed oggi, le distanze erano troppo lunghe e ci sono state giocate individuali e non collettive. La chiave del calcio è sempre la distanza tra primo e ultimo uomo». 

Molto buona anche la prova di Mangraviti, nonostante fosse in un ruolo non suo?

«Faccio un applauso a tutti. Massimiliano ha fatto una partita intelligente. Io credo nei valori umani di un giocatore, lui è molto solidale con la squadra e trasmette messaggi importanti giocando dove serve per fare risultato». 

Con il risultato in bilico ha messo in campo un 16enne e uno che non aveva mai debuttato in B?

«Il merito è tutto di questi due giocatori e di come lavorano. Al Birmingham feci giocare 42 partite a un 16enne. Io ho una regola: importante non è tanto far debuttare per far numero, ma perché sei convinto che possa far bene. Sapevo che Nuamah avrebbe dato profondità, pressando: Moreo aveva dato tutto e Patrick ero sicuro che avrebbe potuto fare bene. Ciò crea un valore per la società e fa bene al calcio italiano perché la serie B deve avere più talento». 

Dietro siete numericamente contati?

«Karacic ho preferito non rischiarlo, ma è pronto. Anche Van de Looi sta comunque meglio». 

Bisoli invece come sta?

«Ha chiesto il cambio perché aveva fatto tanti chilometri anche a Como e ha preferito non forzare ulteriormente»

 

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