A Como, nonostante le assenze, gli infortuni di Cistana e Mangraviti e un black out allo stadio di 11 minuti, il Brescia dimentica Frosinone e torna a vincere in trasferta in campionato dopo oltre sei mesi con un gol del centrocampista. E’ a -1 dalla coppia di testa
Como. Mi si nota di più se gonfio i muscoli davanti allo specchio del bagno di casa o se metto la mano nella gabbia del leone ? Non c’è dubbio: la celebrità si conquista allo zoo. Ma quanto vale la pena rischiare ? Pep Clotet per una sera mette da parte i sogni di gloria bielsiani e fa giocare al Brescia un calcio più pragmatico, ma non per questo meno emozionale. La Leonessa piazza a Como il colpo in trasferta come non gli riusciva in campionato dal 16 febbraio scorso (1-0 a Crotone) con Bertagnoli che s’inserisce salendo sul palo della cuccagna del delizioso cambio campo di Galazzi. Le due facce giovani, belle e pulite di una vittoria che cancella i fantasmi di Frosinone ponendo la Leonessa al terzo posto, nel mischione a quota 6, solamente a -1 dalle battistrada Ascoli e Genoa.


Novità tattiche. Senza Van de Looi, Huard e Ndoj (ma anche Olzer per il quale si teme uno stiramento), Clotet vara il 4-3-3 che diventa senza vergogna anche un 4-5-1. Quando due settimane fa lo spagnolo disse che nel preparare le partite dedica solo il 10% agli avversari, tenendosi per il 90% concentrato sulla propria squadra, mentiva sapendo di mentire oppure la debacle di Frosinone gli ha fatto trovare una nuova luce. Anche quando alla vigilia di questa gara disse che non aveva assolutamente intenzione di fare cambi tattici, evidentemente, non voleva svelare il bluff. Si può vincere anche senza dover per forza di cose seguire alla lettera il dogma celliniano del trequartista. Galazzi è molto di più: è un jolly nella manica, che alterna qualità e quantità, corsa, cross, assist e ripiegamenti. Il giocatore del nuovo millennio: totale.


Chiamale se vuoi, emozioni… Al Sinigaglia, dove a metà primo tempo le luci si spengono per 11 lunghi minuiti, succede di tutto. Il Como prende due pali, si vede dare e poi (giustamente) togliere un rigore mentre se ne vede negare uno che ci poteva stare, a conferma che nemmeno il Var è una scienza esatta dato che si resta con il fiato in sospeso comunque per un lungo check, e resta in 10 per più di un tempo dopo l’espulsione dello sciagurato Arrigoni che si prende due gialli in un batter di ciglio. Il Brescia perde, uno dopo l’altro, sul finire di primo tempo metà difesa (Cistana per il quale si teme una frattura costale e Mangraviti che ha subito una contusione alla coscia), ma non si scompone, lotta e resta sempre sul pezzo con anche quella dose di fortuna che non può mancare in certe imprese. Se volevamo sapere cosa fosse stato esattamente Frosinone, abbiamo avuto la risposta che cercavamo: niente di davvero così preoccupante com’era invece sembrato. Anzi, dalla Ciociaria è tornato un Brescia più umile, maturo e consapevole (anche se con l’uomo in più era doveroso soffrire di meno). Con già tre nuovi su quattro che sono entrati mettendo chi esperienza, chi voglia di riscatto, chi freschezza al servizio di un blitz che chiude il mini ciclo di tre trasferte in quattro gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia. Sabato si torna a casa con il Perugia. E sarà già tempo di tornare a farsi belli. Che il calcio di rischio è pur sempre quello che Clotet ha promesso e vuole fare. A Como serviva altro e quell’altro ha dato frutti.

METAMORFOSI TATTICHE
Dal 1’ (4-3-3)
Lezzerini; Karacic, Cistana, Adorni, Mangraviti; Bertagnoli, Labojko, Bisoli; Moreo, Ayè, Galazzi.
Dal 37’ Jallow per Mangraviti (4-3-3)
Lezzerini; Karacic, Cistana, Adorni, JALLOW; Bertagnoli, Labojko, Bisoli; Moreo, Ayè, Galazzi.
Dal 52’ pt Papetti per Cistana (4-3-3)
Lezzerini; Karacic, PAPETTI, Adorni, Jallow; Bertagnoli, Labojko, Bisoli; Moreo, Ayè, Galazzi.
Dal 17’ st Viviani per Bertagnoli, Benali per Labojko, Bianchi per Ayè (4-3-3)
Lezzerini; Karacic, Papetti, Adorni, Jallow; BENALI, VIVIANI; Bisoli; Moreo, BIANCHI, Galazzi.