Il giorno dopo la debacle di Frosinone, il presidente del Brescia deve accelerare per rinforzare una squadra che non è certo più forte dell’anno scorso come invece da lui sostenuto alla partenza per il ritiro
Brescia. Adesso tocca a lui. Possibilmente senza nuovi, improvvisi, cambi d’umore, senza cadere in quel vittimismo che troppo volte da quando è a Brescia l’ha condizionato, condizionando quindi i risultati della squadra. La palla passa a Massimo Cellino.
Realismo. Clotet e i suoi giocatori dal 2 luglio ad oggi hanno fatto quello che dovevano. Un buon ritiro, un lavoro professionale, un’identità di squadra, una preparazione fisica accettabile. Sfruttando un Pisa in cantiere aperto e un SudTirol per ora peggior fico del bigoncio, il Brescia aveva anche fatto divertire e vinto, chè anche se si trattava di Coppa Italia e di una più che probabile candidata alla retrocessione erano state due boccate d’ossigeno delle quali c’era bisogno per svelenire l’ambiente dall’ennesima delusione di una serie A diretta buttata nella giornataccia di Cittadella e di una semifinale play off persa con la legge di Murphy (tutto quello che poteva andare storto è andato anche peggio).
Comprare! Poi però ti ritrovi a Frosinone, contro una delle squadre più in forma del momento, e senza tre titolari, con una fitta schiera di debuttanti (o semi) in cadetteria, e le parole del Leader Maximo pronunciate alla partenza per il ritiro tornano indietro come un boomerang al veleno: se ancora aveva dei dubbi, Cellino deve prendere amaramente atto che questa squadra NON “è più forte di quella dell’anno scorso”. Anzi. Joronen, Tramoni, Sabelli, Lèris, Pajac, Jagiello e Palacio non si sostituiscono solo con Lezzerini, Galazzi, Garofalo e Niemejier. Mancano dieci giorni alla fine del mercato e in questo lasso di tempo, l’uomo che in passato ci ha abituato a prendere anche 4-5 giocatori (proprio quelli che servono adesso) in 24-48 ore, deve entrare in scena per spazzare via quei nuvoloni che aleggiano sul cielo delle rondinelle e che proprio lui contribuisce ad intensificare con una progettazione nuovamente in balia di una scarsa chiarezza. Che un giorno gli fa dire “tranquilli che i soldi per fare mercato ci sono” e quello dopo lo porta ad esternare “credete sia facile convincere i giocatori a venire a Brescia nella situazione in cui ci troviamo?” facendo chiaro riferimento alla vicenda del maxi sequestro, della quale non può però farsi carico il popolo biancoazzurro tramite una sorta di ricatto morale.
(Nella foto in evidenza l’esultanza di Moro e la delusione di Lezzerini e compagni dopo il gol dell’ 1-0 del Frosinone)