Brescia battuto nettamente (3-0) dai “leoni” del Frosinone in gol con l’attaccante ex Genoa, Moro e Mulattieri. Pesano le assenze e un mercato che non ha ancora portato i rinforzi necessari
Frosinone. Clotet aveva mandato il suo avviso ai naviganti: attenzione che il nostro sarà un calcio di rischio. Lo disse dopo il trionfale 4-1 a Pisa. Due settimane dopo, il Brescia sta già facendo i conti con le due facce di una stessa medaglia: dolcezza e crudeltà del calcio. Certo quello del “Benito Stirpe” è un Brescia senza Cistana e Huard, che perde anche Van de Looi dopo solo mezzora. Tre forfait che mettono subito in luce – per chi ancora non se ne fosse accorto, o peggio ancora non voleva rendersene conto abbagliato dalle prestazioni dell’ Arena Garibaldi e in parte con il Sud Tirol – la ristrettezza di una rosa che già così non può bastare, figuriamoci se dovesse partire anche uno solo dei leader (leggasi Cistana, Bisoli e Moreo giusto per citare i tre che ogni giorno troviamo nei pezzi di mercato). Basta poi che Ndoj non riesca a ripetersi sui livelli stellari delle due precedenti gare, che Adorni torni ad essere uno stopper tremebondo e che Bianchi scompaia nella morsa di un duo tutto solidità ed esperienza come quello formato da Szyminski e Lucioni, ed ecco che il Brescia si scopre all’improvviso squadra da bassa classifica. Già, perchè faremmo del male all’onestà intellettuale e soprattutto al prosieguo del campionato se non sottolineassimo che la squadra vista in ciociaria potrebbe al massimo pensare di salvarsi all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Ma siccome Massimo Cellino – che ha già fatto provare ai tifosi del Brescia quel tipo di esperienza nel suo primo anno in biancoazzurro – detesta la mediocrità, siamo certi che nelle prossime ore cercherà di accelerare la ricerca di quei due terzini, di quel mediano e di quel trequartista che ancora servono per rendere la squadra più competitiva e ambire almeno ad un campionato tranquillo.

Inferiori. Clotet ha raccontato onestamente il match, prendendo in prestito dai modi di dire inglesi un’espressione estremamente efficace che si traduce più o meno così: “Siamo stati sempre un passo indietro”. Anche se dopo 8’ le Rondinelle potevano già condurre 2-0 con le chances capitate ad Ayè e Moreo. Ma è la qualità delle occasioni a spiegare le partite e il Frosinone, dopo aver rischiato, ha macinato gioco, messo intensità, segnato gol belli e meritati. Con le volate degli esterni d’attacco Rhoden e Caso, la genialità di Garritano, la profondità di Moro, la solidità in mezzo al campo di Kone e la sicurezza là dietro di Lucioni e Szyminski, l’undici gialloblù si è dimostrato più forte in ogni zona del campo.

Per il Brescia è già tempo di ridimensionamento, ma solo i raccontafavole potevano pensare di far credere che la squadra di Clotet potesse recitare da protagonista restando così com’era. Il gol di Moro nel primo tempo e quelli di Caso e Mulattieri nella ripresa sono la secchiata d’acqua gelida che in un certo senso serviva a far aprire gli occhi a chi pensava che anche con il minimo sforzo economico per quest’anno si potessero dormire sonni tranquilli.

LE METAMORFOSI TATTICHE
Dal 1’ (4-3-1-2)
Lezzerini; Karacic, Papetti, Adorni, Mangraviti; Bisoli, Van de Looi, Ndoj; Moreo; Ayè, Bianchi.
Dal 27’ (4-3-1-2) Labojko per Van de Looi
Lezzerini; Karacic, Papetti, Adorni, Mangraviti; Bisoli, LABOJKO, Ndoj; Moreo; Ayè, Bianchi.
Dal 15’ st (4-3-1-2) Bertagnoli per Ndoj e Niemeijer per Bianchi
Lezzerini; Karacic, Papetti, Adorni, Mangraviti; Bisoli, Labojko, BERTAGNOLI; Moreo; Ayè, NIEMEIJER.
Dal 33’ st (4–3-1-2) Galazzi per Papetti
Lezzerini; Karacic, Mangraviti, Adorni, GALAZZI; Bisoli, Labojko, Bertagnoli; Moreo; Ayè, Niemeijer