ROLFI: “STADIO NUOVO, LE AREE CI SONO. CON GLI AUSTRALIANI PERSA UNA GRANDE OCCASIONE, PELLIGRA HA FATTO UN’OFFERTA A CELLINO”. CAPRA: “SI PUO’ FARE SOLO A MOMPIANO. GLI AUSTRALIANI HANNO FATTO UN PASSO INDIETRO PERCHE’ AL BRESCIA BASTAVA SISTEMARE MOMPIANO E TIRARE AVANTI”

I due politici (di Lega e Pd) ospiti ieri sera di una ricca puntata di ”Aspettando il Brescia” concordano su un aspetto: “Per pensare in grande con un impianto moderno serve una società di calcio equilibrata e con orizzonti di ampio respiro”

Brescia. In una puntata decisamente ricca di contenuti ieri ad “Aspettando il Brescia”, in onda tutti i venerdì dalle 20.30 su VideoBrescia Sport (canale 118 del digitale terrestre) e sulle pagine Facebook di Bresciaingol e Cristiano Tognoli (dove è tuttora visibile), si è parlato anche di stadio e di futuro del Brescia calcio. Ospiti in studio Fabio Capra (Pd), assessore al bilancio del Comune di Brescia, e Fabio Rolfi (Lega), assessore regionale all’agricoltura e possibile candidato sindaco del centrodestra alle comunali di Brescia del maggio prossimo.

“Il Rigamonti attuale – ha detto Capra – è quello che in questo momento Brescia ha. Di recente sono stati fatti dei lavori, è stato messo a norma con qualcosa in più di un colpo di trucco. Tre anni fa ci fu il rischio di non poter giocare la serie A in città e di dover emigrare. A Cellino si possono muovere tutte le critiche che vogliamo, ma comunque nello stadio ha investito 4-5 milioni. Io mi occupo del bilancio del Comune e cerco di trovare sempre l’equilibrio che con Cellino è stato trovato in armonia. Lui ha un contratto di convenzione con il Comune di Brescia che scade nel 2028. Ha impegnato risorse, presentato le pezze giustificative, certo non è bello arrivare allo stadio e vedere ancora la parte esterna, ma molto ha giovato in questo accordo quello con Brescia Mobilità che permette di andare allo stadio comodamente in metropolitana. Quando vado al Rigamonti vedo tanta gente che la usa. Per ora possiamo accontentarci di quello che abbiamo. Quando vedo tutti i tifosi nella curva tubolare è molto bello vederli vicini al campo e so che loro sono contenti. Si può pensare in grande? Si, certo. Ma da quando sono in Comune sono saltate tutte le proposte: dal Global Center a Montichiari al Parco delle Cave. L’unica soluzione che è risultata fattibile è stata questa del Rigamonti rimodernato come si poteva”. 

Fabio Rolfi sullo stadio ha invece un’opinione diversa: “Per un po’ di anni c’è la convenzione e su quella si resta. Io credo però che si possa pensare in grande, pur restando con i piedi sulla terra. Giusto sistemare prima quello che c’è, ma altri stanno pensando in grande e dobbiamo farlo anche noi. L’Atalanta è diventata grande con una rivoluzione societaria importante e l’acquisizione dello stadio. Del Bono nel 2018 parlò di uno stadio da usufruire da tutta la città non solo per le partite di calcio. Sono d’accordo che il Comune non debba investire un euro per una società privata, ma deve fare da regista individuando un’area dove poter usufruire delle legge sugli stadi. Serve però una società che ha davvero voglia di investire in un lungo periodo: sulla squadra e sullo stadio per patrimonializzarlo. La città deve però aprire le porte a chi vuole venire ad investire nel calcio”. 

Qualche mese fa era uscita la notizia che Cellino fosse interessato ad acquisire lo stadio, ma Fabio Capra nega: “Al Comune non è mai arrivata nessuna manifestazione d’interesse. Ci è arrivata solo quella della sistemazione, l’abbiamo accettata e seguita con una convenzione di 9 anni e un canone di 157.000 euro annui d’affitto. A Cellino abbiamo offerto lo stadio, nel caso potremmo fare un bando, ma il presidente non si è fatto avanti”. Sulla questione Bergamo, Capra dice: “L’Atalanta quando ha acquisito lo stadio aveva un presidente bergamasco, ex calciatore, di grandi capacità imprenditoriali, che ha messo tanti soldi e il Comune ha fatto la sua parte. Adesso ha trovato anche degli americani che sono entrati in società con nuovi fondi e ha fatto bingo”. 

Secondo Fabio Rolfi “il Comune di Brescia ha perso una grande occasione con il gruppo australiano. Hanno girato a Brescia per diversi giorni, anche perchè introdotti da canali con l’imprenditoria bresciana. Non sono stati accolti con attenzione bensì come persone poco credibili. Brescia ha dimostrato un provincialismo che bisognerà togliersi. Si era presentato John Caniglia, che ora troviamo nel Cda del Catania con Ross Pelligra che ha acquisito il club e che ha anche messo soldi a Varese nel basket e nell’ hockey. Il patrimonio di Pelligra è facilmente riscontrabile su internet, stiamo parlando di un imprenditore molto serio. Dalla serie A alla serie D ormai nel calcio italiano ci sono proprietà straniere, anche Brescia deve avere questa ambizione. Pelligra di recente ha fatto una proposta per acquisire il Brescia calcio”. 

Capra ribatte: “A Brescia si presentò Caniglia, l’amministrazione era disponibile a parlare e trovare un accordo per lo stadio nuovo, ma mancava il soggetto calcio ovvero Cellino. Se i tre soggetti: Comune, investitori dello stadio e proprietario del Brescia calcio non mettono tutti la firma non si può fare nulla. Gli australiani hanno fatto un passo indietro quando hanno capito che a Cellino bastava sistemare il Rigamonti e tirare avanti. Del Bono, attraverso il compianto Rebecchi, ha provato in tutti i modi a parlare con l’imprenditoria bresciana: da Marco Bonometti e a Beretta ad altri, ma il Brescia calcio è stato lasciato a un imprenditore non bresciano. Non c’è stata la volontà di fare qualcosa dall’interno delle nostre aziende. Questa amministrazione ha dimostrato sensibilità verso lo sport e gli impianti quando ha trovato proprietà credibili e interlocutori con cui impostare un certo tipo di discorsi. L’abbiamo dimostrato con la costruzione del PalaLeonessa dove settimana prossima tornerà la Nazionale, della pista di atletica a San Polo dove ogni settimana ci sono gare anche internazionali, del Polivalente di via Collebeato. Uno stadio Rigamonti in un’area nuova ha bisogno di qualche centinaia di migliaia di metri quadrati. Quindi Rolfi mi dica dove si potrebbe costruirne uno nuovo”. 

Fabio Capra conclude così: “Trovare un’altra area dove fare lo stadio è impossibile. Ci vogliono fondi e i fondi non ci sono. La legge sugli stadi non è più stata rifinanziato, vuol dire che anche lo Stato deve fare ricorso alle risorse. Ci sono questioni di carattere urbanistiche rilevanti tali per cui  solo a Mompiano si può mettere mano allo stadio, tramite un accordo con la società di calcio che però deve andare e stare in serie A e magari in Champions come l’Atalanta”. 

La chiosa di Rolfi è invece la seguente: “Senza una società che pensi in grande con un orizzonte stabile non si può pensare a nulla, su questo sono d’accordo. Quando si cambiano 4-5 allenatori in un anno e ci sono sentenze del Tribunale che aleggiano, nutro perplessità che si possa avere la forza per fare un progetto di lungo periodo con ricadute sociali sul territorio perchè lo sport è anche questo. Ma non sono d’accordo che sia solo “o Rigamonti o morte” altrimenti parliamo di ristrutturazione e basta. Brescia ha una vocazione internazionale sotto tanti aspetti ed è giusto che provi questa strada anche nel calcio”.