I TEN TALKING POINTS DI BRESCIA-SUDTIROL

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points. Il capitolo primo del Campionato degli Italiani si è concluso e il Brescia, che doveva vincere contro il supposto vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, ha vinto. Prima di iniziare il mio scritto, ricordo a tutti le avvertenze per poter approcciare al meglio la lettura. Chi le avesse già lette, vada oltre. 

Questa rubrica nasce con tono irriverente, prendendo in esame, tra il serio e il faceto, le grandi questioni relative al Brescia Calcio, che siano partite, calciomercato o, più raramente, questioni che mi appassionano. Qui potrete trovare un ampio uso di iperboli, metafore, similitudini, innamoramenti calcistici che durano come un batter d’ali di farfalla oppure una vita intera (vedi Fridjonsson e Jonathas) e pennellate di colore sulla variegata fauna che ancora popola il mondo degli stadi (di cui ovviamente faccio parte pure io). Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente strumentale e funzionale alla creazione di un racconto. Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. In fin dei conti si sta parlando di calcio, la cosa più importante tra quelle meno importanti.

1)   Il Brescia ha vinto. Bene. Gli episodi, come ammesso candidamente dallo stesso Clotet, sono girati tutti per il meglio e la dea Eupalla, di Lezzerini vestita, ha tolto ai biancazzurri un secondo tempo d’assedio, contro un Sudtirol che ha messo in mostra la solidità difensiva che tutti ci aspettavamo. 

2)   Migliori in campo Lezzerini, Ndoj e Bianchi, forse a pari merito e forse i giocatori da cui ci aspettiamo di più di tutti. La migliore delle notizie è che per il centrocampista italo-albanese non sembrano esserci particolari problemi. Sarebbe stato atroce un nuovo infortunio serio dopo tutti i problemi degli ultimi anni.

3)   A proposito di Bianchi, sono convinto (ma non credo di esser solo) che possa essere davvero il suo anno. Con la lucidità sotto porta che ha e i suoi compagni di reparto più attenti al lavoro senza e con la palla, lo “stoccatore” sarà lui. I quindici gol stagionali non sono un obiettivo irrealistico. 

4)   Vorrei esprimere, e qua penso di essere tra i pochi (ma non mi importa) il mio apprezzamento per Labojiko: si vede poco, ma secondo me è pienamente addentro il progetto Brescia di Clotet. La sua rovina, a mio modestissimo avviso, è stata l’essere arrivato insieme a Van de Looi per sostituire Tonali: non è Tonali, non è Van de Looi. È un mediano di rottura davanti alla difesa e quello fa. Bene o male sta poi a lui decidere, ma quel tipo di calciatore lui è. Chiaro, se poi arrivasse Viviani i due “eredi” del centrocampista ora al Milan starebbero in panchina, ma ormai sono come San Tommaso: non ci credo finché non ci metto il naso. 

5)   Sempre parlando di centrocampo Van de Looi continua a crescere a piccoli passi, Bisoli è intoccabile e con Bertagnoli la corsia di destra è blindata, insieme a un Karacic sempre più convincente. Bene così.

6)   Punto tradizionalmente dedicato agli avversari, che non sono fortissimi (lo sanno pure loro) ma fanno una fase difensiva quasi impeccabile. Per salvarsi servirà un miracolo, perché qualcuno deve anche retrocedere, non solo andare in A, ma se dovessero imbroccare l’annata una vittima illustre per la prossima serie C la potrebbero fare. 

7)   Sempre parlando di Sudtirol, fa sempre un certo effetto vedere gli uomini e le donne di quelle terre destreggiarsi tra italiano e tedesco con nonchalance: l’avversario di ieri era quanto di più “esotico” la serie B potesse offrire. Tante riflessioni si potrebbero allora aprire, ma non è questo lo spazio più adatto. Il mio tedesco si limita infatti ad “eins”, “zwei”, “drei” e “wienerschnitzel”, quindi l’effetto è giocoforza straniante. Se invece lo parlassi, l’accettazione di tutto questo sarebbe molto più semplice.

8)   Tornando a casa Brescia, dato che non si vinceva in casa al debutto in campionato dall’anno di Beppe Scienza (2-0 al Vicenza), un altro tabù non male è stato sfatato. Se l’obiettivo è davvero la salvezza bisogna partire forte, fare più in fretta possibile i punti perché poi a marzo nessuno lascia nulla senza combattere. Comunque sia siamo a -37 dalla salvezza. 

9)   A furia di buttarci costantemente giù, dividendoci, litigando e facendo a gara tra chi è più tifoso, sono passate sotto silenzio le presenze di ieri, che già solo l’anno scorso sarebbero state non il record in stagione regolare, ma quasi. Dovesse arrivare anche un buon piazzamento in classifica sono convinto che si potrebbe fare anche meglio. Se invece dovesse giungere una striscia negativa di risultati, ed è possibile, dato il calcio di rischio di Clotet e la forza degli avversari, sarà un grande banco di prova per la maturità del pubblico del Rigamonti. 

10) Ci siamo. Il Brescia dopo Pisa ha fatto il bis, ed ottenere due vittorie nelle prime due gare ufficiali non era affatto scontato. La sensazione è che tanto dipenderà da Ndoj, uno dei pochi in grado di accendere la luce e dal cinismo sotto porta. Bisognerà infatti fare un gol più degli avversari. Per quanto mi riguarda, un allenatore che prova a fare risultato imponendo il proprio gioco è motivo d’orgoglio. Poi si vedrà. Frosinone sarà il primo di tanti stress test probanti. 

Vi ringrazio come sempre per l’attenzione e gli eventuali commenti e viva la leonessa! 

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