“Ho un contratto basso che può salire in base alle presenze e alle prestazioni che farò, giusto così: ora tutto dipende da me”
Brescia. Emanuele Ndoj è un giocatore “nuovo” seppure sia al Brescia dal 2016. Oggi è tornato anche a parlare con i giornalisti.
Emanuele come riparti in quello che per te può essere considerato come un anno zero?
“Ho ambizioni e voglia di ripropormi. Sono reduce da tre anni che per me sono stati difficili sia sul piano fisico che mentale. Adesso con il ritorno a Brescia sto migliorando e cerco di ritrovare la miglior forma”.
Che Brescia hai lasciato e che Brescia ritrovi?
“Ho lasciato una squadra forte perchè quando me ne andai a gennaio al Cosenza il Brescia era secondo in classifica. Lo ritrovo più giovane e con giocatori che hanno tanta voglia di fare. Ho un buon rapporto con il presidente che mi conosce meglio di chiunque altro, mi ha dato l’opportunità di tornare in quella che considero casa mia e sono contento”.
Sei stato selezionato come punizioni e rigori, questa responsabilità cosa ti dà?
“Ero abituato a tirarli in allenamento, non sono mai stato un tiratore, ma sto migliorando e sono contento di questa responsabilità. Clotet chiede un calcio fisico, intenso, mi chiede di pressare alto, di difendere bene, è un gioco difficile, ma mi sto preparando per farlo al meglio”.

Pensi anche alla nazionale albanese?
“Per ora penso solo a ritrovare la miglior forma possibile poi vedremo se arriverà dell’altro”.
Sei fiducioso per il debutto di domenica con il Sud Tirol?
“Sì perchè vedo che andiamo tutti a duemila all’ora e abbiamo voglia di iniziare al meglio. Non ero abituato a questo tipo di calcio, ma stiamo vedendo già i primi frutti e questo ci dà fiducia”.
Hai sempre avuto un rapporto contrastato con Brescia, come lo vivi?
“E’ il settimo anno che sono qui, conosco tutti, l’ambiente è famigliare, è la mia seconda casa, per ricominciare era il posto perfetto. Ho fatto un contratto che parte basso, con dei bonus a salire in base alle presenze e alle prestazioni e c’è anche un bonus… patente. Giusto così. Dipende tutto solo da me”.
Pensi di avere anche dei compiti di aiuto verso i più giovani?
“A quasi 26 anni sono tra i più… vecchi. Giusto che aiuti anche chi ha meno esperienza di me, sono tutti bravi ragazzi e hanno voglia di lavorare”.
Senti di non essere stato capito in questi anni?
“Dopo aver vinto la serie B con il Brescia ho subito un infortunio alla caviglia che mi ha tenuto fuori cinque mesi. Quando sono rientrato non stavo bene, avevo problemi fisici importanti e sono calato. Ora sto bene”.
A Pisa abbiamo visto il meglio di quello che puoi dare?
“Ho fatto bene perchè stavo bene, ma c’è ancora tanta strada davanti per migliorare”.