In questo periodo, la scorsa stagione, erano allenatore e direttore sportivo del Brescia. Pippo (ora alla Reggina): “Trattato male umanamente e non lo meritavo”. Christian (adesso alla Pro Sesto): “Dico grazie a Cellino, ma nell’ultimo periodo sono stato circondato da persone poco trasparenti. Il tempo sarà galantuomo”
Brescia. Un anno fa in questo periodo erano rispettivamente l’allenatore e il direttore sportivo del Brescia. Pippo Inzaghi e Christian Botturi da uomini di fiducia di Massimo Cellino (nella foto in evidenza, i tre ritratti durante il ritiro di Darfo) sono adesso l’allenatore della Reggina e il direttore sportivo della Pro Sesto. Entrambi hanno però ancora dei sassolini da togliersi relativamente all’esperienza in biancoazzurro.
“Quest’anno volevo stare fermo. Mi sono chiesto se io e il mio staff meritassimo il trattamento ricevuto l’anno scorso e penso di no – ha detto Inzaghi -. La Reggina e il suo presidente hanno fatto qualcosa di straordinario nel convincermi. Sapevano che amo questo lavoro. Ero in vacanza e stavo bene, non mi sarei schiodato per nessuno. La Reggina mi ha fatto tornare il fuoco dentro. Ho preso una patata bollentissima, ma quando trovo persone che mi fanno sentire importante e la giusta considerazione io mi butto nelle avventure. Sapete che qualche mazzata l’ho presa, mi ha fatto male a livello umano. Non era facile per me ripartire, perché ero molto deluso umanamente, non sportivamente”.
In un’intervista in cui è stato ufficialmente presentato, Botturi ha dichiarato: “Mi ha colpito anzitutto la voglia della proprietà della Pro Sesto di scoprire e conoscere il Botturi uomo oltre che il professionista. Questo mi ha favorevolmente impressionato, soprattutto alla luce del fatto che gli ultimi mesi a Brescia sono stati emotivamente duri. Ringrazio e ringrazierò sempre il presidente Cellino per avermi dato la possibilità di crescere e di fare un’esperienza così importante, come quella dell’ultima stagione accanto a un professionista come mister Inzaghi. Purtroppo, non tutte le storie hanno un lieto fine: infatti, nonostante un quinquennio di crescita, nell’ultimo periodo, sono stato circondato da situazioni e persone poco trasparenti che mi hanno allontanato da quella realtà. Non vivo di rancori, ma sono sicuro che il tempo sarà galantuomo. Ora sono felice ed entusiasta di vivere la realtà della Pro sesto e sono concentrato su questa nuova avventura”.