NDOJ, LE DISCESE ARDITE E LE RISALITE

Assoluto protagonista della vittoria del Brescia al Pisa, l’albanese tenta una nuova rinascita

Brescia. Che ci fosse qualcosa di nuovo, di più bello, di diverso in Emanuele Ndoj lo si era capito dai primi giorni di ritiro a Ronzone. Attento, determinato, concentrato, resiliente. Il centrocampista anarchico, che non sapeva indirizzare il proprio talento, che passava più tempo ai box che in campo, non ha ancora saltato un solo allenamento, si è messo disciplinatamente in coda per un posto che Clotet gli ha subito trovato perchè uno con la classe di ED non lo si trova mica facilmente. Mezzala di qualità, mezzala d’inserimento, corsa e tiro, assist e gol. Persino la fase difensiva, gli abbiamo visto fare (e bene) a Pisa nella goleada biancoazzurra di Coppa Italia. 

A un passo dall’addio. Sembrava perso per il calcio di un certo livello, si cominciava a vociferare nell’ambiente che Ndoj avrebbe smesso di giocare perchè non ce la faceva più di testa, anche perchè il Covid gli aveva tolto quelle poche certezze che aveva accumulato nei cinque anni di Brescia quando era arrivato dopo aver giocato nelle accademy di Catania e Padova, ma soprattutto della Roma dove con la fascia di capitano aveva vinto lo scudetto Primavera. Tra infortuni, giocate d’alta scuola, discese ardite e risalite, nella scorsa stagione con Inzaghi  aveva cominciato giocando 34’ in Coppa Italia a Crotone e poi 50’ in totale nelle prime otto giornate. Da lì in poi più nessuna convocazione. A gennaio il cambio d’aria, il prestito a Cosenza andando in scadenza di contratto, ma dopo un inizio incoraggiante (due partite da titolare nelle prime quattro) poi un lento scivolare fino in fondo alla panchina. Ad aiutarlo ci ha pensato anche l’amico Andrea Cistana e la famiglia dello stesso, che lo tratta come un secondo figlio. A fine giugno il procuratore Davide Lippi è riuscito a strappare a Cellino un’altra chance: contratto al minimo federale, una sorta di contratto in prova. 

Rinato. Con meno responsabilità, libero di testa, non più obbligato a dover per forza di cose far uscire tutto quello talento ecco che finalmente lo stesso emerge in tutta la sua beltà, come sabato a Pisa dove Ndoj ha fatto gol, procurato un autogol, firmato un assist. Ma ha fatto anche tanto altro. Ha ricominciato a vivere. Di calcio. Per il calcio. Grazie al calcio.