I TEN TALKING POINTS DI PISA-BRESCIA

Brescia. Buonasera cari amici e Ben ritrovati a Ten Talking Points. Il secondo turno di Coppa Italia si è concluso, e il Brescia non solo ha vinto, ma ha anche dominato su un campo sempre ostico per qualsiasi squadra. Prima di iniziare la mia analisi devo però procedere con le solite avvertenze, per coloro che non fossero abituati a leggermi: questa rubrica nasce con tono irriverente, prendendo in esame, tra il serio e il faceto, le grandi questioni relative al Brescia Calcio, che siano partite, calciomercato o, più raramente, questioni che mi appassionano. Qui potrete trovare un ampio uso di iperboli, metafore, similitudini, innamoramenti calcistici che durano come un batter d’ali di farfalla oppure una vita intera (vedi Fridjonsson e Jonathas) e pennellate di colore sulla variegata fauna che ancora popola il mondo degli stadi (di cui ovviamente faccio parte pure io). Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente strumentale e funzionale alla creazione di un racconto. Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. In fin dei conti si sta parlando di calcio, la cosa più importante tra quelle meno importanti. Letto e compreso il foglietto illustrativo, possiamo procedere con i punti.

1)   23 agosto 2006. Il Brescia supera il terzo turno di Coppa Italia, battendo il Taranto con un rigore di Matteo Serafini. Tanto è passato dall’ultima vittoria esterna nella coppa Nazionale, un tabù che è finalmente caduto dopo solamente cinquemilaottocentoventisette giorni. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, per un trofeo che storicamente al Brescia non ha mai detto bene. 

2)   La squadra di Clotet, come dicevo nell’introduzione, ha vinto e convinto: dopo una partenza non efficace, ha preso pian piano il centro del ring, assestando quattro destri da ko ad un Pisa apparso particolarmente in difficoltà, soprattutto in fase difensiva. 

3)   Migliore in campo, inutile dirlo, è sicuramente Emanuele Ndoj, ennesima riprova di come il calcio talvolta sia molto più semplice di quanto viene raccontato: il miglior Ndoj si è visto con Pep Clotet sulla panchina. Torna l’allenatore catalano, e, dopo un anno complicato, il giocatore italo-albanese torna a fare ciò che sa fare meglio: spadroneggiare di fisico e calciare in porta da qualunque posizione, con una qualità vista in pochi giocatori passati sotto il colle Cidneo. Se andrà avanti così, sarà sicuramente il miglior “acquisto” estivo. 

4)   Da sottolineare sono anche le buone prestazioni di Moreo e Karacic: il primo, con le sue abilità nel gioco aereo, potrà fornire sponde a volontà. Il secondo, tornato nella posizione di sua competenza, è tornato a fare quello che sa fare meglio: spingere sulla fascia. Dopo esser stato misteriosamente accantonato un anno, riecco il terzino efficace e propositivo ammirato con chi? Sempre Pep Clotet. Cosa dicevamo sul calcio e la sua linearità? Ecco. 

5)   Partita controversa per Ayé: per la moviola sulla prima occasione la palla era dentro, nonostante il miracolo di Nicolas. Sulla seconda l’errore è imperdonabile. La terza non poteva che finire dentro. Prendendo a prestito una definizione tennistica, la percentuale di conversione delle occasioni da gol è una su tre. Dovrà sicuramente crescere, ma la non esultanza sul gol fa capire come lo stesso attaccante francese ne sia consapevole. 

6)   Punto tradizionalmente dedicato agli avversari, totalmente allo sbaraglio, e a due loro ex giocatori: Birindelli e Lucca. Il primo, ex capitano dei toscani, è passato al Monza, recitando il solito copione lacrimevole “di sofferenza” per una scelta però “sportivamente giusta”. Che sofferenza il calcio, talvolta. Lucca invece è andato ad Amsterdam, all’Ajax: mica male per un attaccante considerato da tanti esperti “un bidone” e “sopravvalutato”. Non è che magari qualcuno non ha fatto il suo bene, attribuendogli una valutazione totalmente scollegata dalla realtà dopo solamente due mesi ottimi?

7)   Su Van de Looi quest’anno graviteranno compiti più difensivi che altro. Questo è solo che un bene. Il ragazzo, privato della responsabilità di dover fare gioco, si farà sicuramente valere. 

8)   Qualche osservazione sparsa sulla difesa: sarei davvero dispiaciuto se Mangraviti dovesse andare al Bari, anzi spero possa giocare titolare al fianco di Cistana. Adorni le cose migliori qui a Brescia le ha fatte vedere in una difesa a tre, a due purtroppo continua a non funzionare. Cistana bene, anche se un suo errore ad inizio partita sarebbe potuto costare caro. Sono curioso di vedere Huard come si comporterà da titolare sulla corsia mancina. L’eredità di spinta di Pajac, anche se non sembra, è comunque pesante. 

9)   Sulla tripletta di Fridjonsson in Conference League c’è poco da aggiungere: il ragazzo è bomber di coppa e la vicenda è chiusa. Finalmente è tornato a casa sua e i risultati si vedono. I pesci fuor d’acqua non sanno nuotare. 

10) Tirando le somme, un buon Brescia, che conferma quanto di buono già fatto vedere nelle amichevoli precampionato. È chiaro che certi errori commessi oggi, contro gli attaccanti principi del gol di questa categoria, si pagherebbero cari, ma comunque il lavoro di Clotet si vede e la squadra fa un bel calcio, l’ideale anche per attrarre quelle creature misteriose e terribili che dalle parti del Rigamonti e suoi social vengono chiamate “occasionali” e “gufi”. Appuntamento allora per la sfida al Sudtirol, partita da non sbagliare per iniziare al meglio la stagione. 

Grazie come sempre per l’attenzione e gli eventuali commenti e viva la Leonessa!