GAROFALO: “MIGLIORATO GRAZIE A ZEMAN”. GALAZZI: “MI PIACCIONO LE PRESSIONI”

Presentazione ufficiale per i due nuovi acquisti delle rondinelle. Un excursus tra presente, passato e futuro

Torbole Casaglia. Presentazione ufficiale questa mattina per Vincenzo Garofalo e Nicolas Galazzi, acquisti estivi del Brescia.

Vincenzo Garofalo

Vincenzo Garofalo, ti definiscono un lottatore di qualità, ti riconosci in questa etichetta?

“Sono una mezzala di corsa, mi piace fare quantità, ma con Zeman sono migliorato anche sul piano del palleggio”. 

Bisoli è arrivato dall’Andria di C per diventare sempre più importante fino ad essere capitano del Brescia, può essere un modello?

“Giocare nel girone sud come ho fatto anche io non è facile, ci sono pressioni. Appena arrivato ho parlato con Dimitri visto che abbiamo iniziato entrambi in squadre del sud. Sarebbe fantastico fare il suo percorso, da lui posso imparare tanto. Giocare al sud è molto formativo per noi ragazzi”.

Come è andato il ritiro e l’inserimento nel gruppo?

“Sono stato accolto in modo perfetto, siamo un gruppo giovane, c’è un bel clima. Gli allenamenti con Clotet sono intensi, più con la palla rispetto al lavoro che facevamo con Zeman a Foggia. Ho legato con Andreoli, Galazzi e Mangraviti, quest’ultimo già lo conoscevo”.

Com’è stato essere allenato da Zeman?

“Esperienza unica, posso dirmi fortunato perchè è stato un anno importante, nel quale sono cresciuto molto come giocatore. Devo tanto a Zeman, se sono qui è anche grazie a lui che è riuscito anche a farmi segnare qualche gol. Con la squadra siamo anche arrivati ai play off, è stata proprio una bella stagione”.

Non hai avuto un percorso lineare, come hai affrontato il cambio di squadra quasi ogni anno?

“Certo se fossi rimasto almeno 5 anni in un settore giovanile di una grande squadra sarebbe stato più facile, ma alla mia età posso pensare di aprire un ciclo proprio qui a Brescia, in una piazza importante e caloroso”. 

Fuori dal campo che ragazzo sei?

“Tutti quelli che mi conoscono dicono che in campo sono uno aggressivo, che lotta mentre fuori sono più chiuso, timido, ma se conosco bene una persona poi so anche ridere e scherzare. Mi piace seguire tutte le partite di calcio possibili e immaginabili”. 

Dopo Garofalo, è il momento di conoscere anche Galazzi.

Nicolas Galazzi

Nicolas Galazzi, che giocatore sei ?

“Nasco esterno d’attacco, da qualche anno mi sono spostato interno di centrocampo, ruolo che prediligo anche se mi sento un giocatore duttile”

Hai giocato a Trieste, anche lì non mancano le pressioni, sei pronto per quelle che troverai a Brescia?

“Trieste merita categorie superiori per strutture e tifoseria. La pressione deve essere una componente che un giocatore deve saper gestire: abbiamo giocato a Palermo di fronte a 35 mila persone, a me piace questo ed è utile per crescere e migliorare”. 

Cosa hai notato di più rispetto agli allenamenti con la Triestina?

“L’intensità, è questo che chiede Clotet. Il ritiro è stato faticoso, ma l’abbiamo affrontato con il sorriso sulle labbra perchè si è creato da subito una bella atmosfera nel gruppo”. 

Anche tu da giovane hai dovuto cambiare spesso squadra, come hai gestito la situazione?

“Non è stato facile, mi ha aiutato la fama e la voglia di arrivare. Non vedo l’ora di confrontarmi con la serie B che per me è una novità”. 

Qual è il tuo carattere?

“Sono un ragazzo tranquillo, mi piace divertirmi, ma in campo sono il vero Nicolas. A me piacciono anche tennis e sci e vorrei imparare a suonare il piano. Inoltre voglio riuscire a laurearmi in scienze motorie, tengo molto anche all’Università”. 

L’anno scorso hai anche esordito in A con il Venezia e poi ha dovuto convivere con un infortunio, cosa ti è rimasto di quelle due esperienze?

“RIngrazierò sempre mister Zanetti per quel debutto, giocare una partita di serie A è un’emozione pazzesca. L’infortunio al braccio è stato strano e insolito per un giocatore, sono rimasto fuori 3 mesi tra l’altro in un periodo di Covid, ma tutto questo mi ha fatto crescere, anche se a volte sono ancora un po’ limitato in certi movimenti, che comunque non condizionano le mie prestazioni sul campo”. 

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