Lascia dopo essere entrato nel club dei centenari con la maglia delle rondinelle e sei rigori parati. Tre stagioni nelle quali ha fatto appieno il suo dovere
Brescia. Il Brescia ha ufficializzato quello che si sapeva da giorni: la cessione di Jesse Joronen al Venezia a titolo definitivo (il portiere ha firmato un triennale con opzione per il quarto anno) e l’approdo dal club lagunare, sempre a titolo definitivo, di Lezzerini e Galazzi. Al Brescia anche 1,250 milioni di euro in un momento il cui il valore di mercato del giocatore è di 1,400 milioni dopo che Cellino lo pagò all’Fc Copenaghen 5 milioni nell’estate del 2019.

Il personaggio. Joronen ha salutato tutti con un post molto sobrio sui social: “Grazie di tutto, Brescia”. Nello stile del personaggio: riservato, ma educato. Introverso, ma umile. In tre stagioni a Brescia ha parlato non più di un paio di volte in conferenza stampa. Che sia stata scelta sua o della società non è dato sapere, ma il personaggio è sempre rimasto piuttosto ermetico. Fuori dal campo non ha mai dato motivo di parlarne, non innescando la minima polemica un’estate fa quando chiese di essere ceduto e poi rimase da professionista di fronte all’impossibilità del Brescia di trovare un degno sostituto dato che l’obiettivo era la promozione o comunque una classifica da primi posti. In campo riteniamo che abbia fatto appieno il proprio dovere, anche se c’e chi non la pensa così. I numeri dicono: 74 presenze in due stagioni in serie B con 84 gol subiti in 6615 minuti, 29 partite e 59 palloni dietro le spalle nello sciagurato (per tutta la squadra) campionato di serie A in 2610 minuti. Ha sicuramente sbagliato qualche partita, ma trovateci un portiere che non l’ha fatto nel corso di tre stagioni. Al suo attivo anche 6 rigori parati: in serie A uno a Petagna nella vittoria per 1-0 sulla Spal a Ferrara, nel primo anno di B uno a Mancuso nella sconfitta per 3-1 in casa con l’Empoli, uno a De Luca nell’1-1 con l’Entella e uno a Mastinu nel 4-3 al Rigamonti sul Pisa mentre nella scorsa stagione ha neutralizzato i tiri di Diaw nel successo per 3-2 a Vicenza e di Lovisa nell’ 1-1 a Pordenone. Ha saputo quindi essere decisivo, ai fini del risultato finale, sui penalty. L’ultimo campionato è stato il meno brillante dei tre, ma comunque sufficiente. Lascia dopo essere entrato nel club dei centenari (103 presenze) e con un saluto che personalmente abbiamo molto apprezzato: meglio poche, ma sentite, parole che certi post dove si susseguono frasi inutili e spesso fasulle. Lo ricorderemo anche per la prima parola in italiano che imparò e con la quale iniziò a guidare la difesa con quella voce baritonale: ”Occhioooo !!!!”.
