CLOTET: “PRIMO OBIETTIVO LA SALVEZZA E PROPORRE IL MIO CALCIO. SONO TORNATO PERCHE’ CON CELLINO ORMAI SIAMO AMICI E VOGLIO SCOPRIRE I TIFOSI BRESCIANI ALLO STADIO”

Presentazione ufficiale per il tecnico catalano: “Sarà una B durissima, ma questo mi stimola. Ayè non è esploso grazie a me, ma per l’ambiente che c’era, siamo qui per supportarlo, il presidente crede molto in lui. Moreo lo vedo punta, ma può anche abbassarsi. Van de Looi è in grande crescita”

Torbole Casaglia. Riecco Pep Clotet, più o meno un anno dopo. Il tecnico spagnolo parla dalla sala stampa di Torbole Casaglia dopo una breve introduzione di Giorgio Perinetti. Ed è un Clotet come l’avevamo lasciato: idee chiare, come il tipo di calcio che vuole proporre e gli obiettivi da raggiungere. 

Mister, perchè ha deciso di tornare?

“Alla fine della mia prima esperienza a Brescia mi ero trovato bene con squadra, società, città, staff, avevamo fatto tutti insieme un’esperienza bellissima. Finito il mio contratto, il calcio mi ha portato da un’altra parte, ma questo non ha cambiato la mia stima verso la piazza e il presidente. Credo molto nella capacità calcistica e umana della squadra, del direttore e del presidente. La prima volta che sono stato qui ho conosciuto una città matta (testuale, ndr) per il calcio, ma non ho mai potuto vederla allo stadio perchè c’erano il Covid e le porte chiuse, ora finalmente potrò scoprire meglio il calore dei bresciano. Anche per questo sono tornato. Il mio è un piccolo lavoro, ma penso di poter aiutare tutti a dare il meglio”. 

Pep Clotet durante la conferenza stampa

Come vi siete ritrovati con Cellino?

“Io e il pres ci siamo conosciuti tanti anni fa, tra noi c’è sempre stato il massimo rispetto, abbiamo parlato tanto anche l’anno scorso durante il campionato, ormai siamo diventati amici. Parliamo molto di metodologia del lavoro, di come migliorare la squadra attraverso. Poche volte si può parlare così con un presidente. Avevo l’opzione per andare ad allenare in Spagna, ma sono tornato qui a dare una mano perchè vedo una maturità di squadra e io stesso ora conosco di più la serie B, una lega difficile però perchè nel calcio ci vuole anche un po’ di fortuna”. 

Come è cambiato lei dopo le esperienze con Brescia e Spal?

“Ora ho una conoscenza più grande della serie B. Quando arrivai qui venivo da 8 anni di lavoro in leghe diverse, sono molto contento anche del lavoro fatto alla Spal con una squadra giovanissima, dove nel girone di andata abbiamo reso al di sopra delle nostre possibilità e sono contento che un mio giocatore come Salvatore Esposito abbia debuttato in Nazionale A. Nella Spal c’erano giovani, ma anche giocatori di esperienza che aiutavano gli altri: questo serve nella B italiana. Ora sono più sereno, conosco meglio il calcio italiano. All’inizio facevo molte domande a Perinetti e a Gastaldello perchè era tutto nuovo, ora ho più esperienza”. 

Il catalano è pronto alla nuova avventura

Proprio Salvatore Esposito, nella conferenza stampa dove ha annunciato di aver acquisito la Voluntas insieme alla sua famiglia, ha detto di essere molto legato a lei, ma che chi prende Clotet deve anche saperlo aspettare. Pensa sia mancata pazienza alla Spal e per questo è stato esonerato? 

“Mi ha chiamato per dirmi che prendeva questo club, lui ama Brescia, nel giorno libero tornava sempre qui. Alla Spal abbiamo fatto un girone di andata con una squadra giovanissima e con dei Primavera, penso che la società poteva avere più pazienza, sono state fatte promosse che a gennaio non sono diventate reali, ma il passato è dimenticato. Ricordo volentieri i tifosi, la città e il lavoro fatto. Ora però sono a Brescia ed è un’altra storia”. 

E’ indubbio però che il suo sia un calcio che ha bisogno di tempo, come si colloca in una realtà, ovvero il Brescia di Cellino, dove i numeri dicono che ci sono stati 15 cambi in 5 anni e un allenatore di media dura tredici giornate?

“A me piace un calcio offensivo, di possesso. Mi piace lavorare con Gastaldello perchè siamo diversi. E’ vero che i miei concetti hanno bisogno di tempo, ma tutti si adattano nel calcio e inoltre alcuni giocatori già mi conoscono. A me piace fare questo calcio, andare al campo e vedere che la squadra si suda la maglia. Il risultato arriva dopo. Se non arriva non bisogna però pensare che non si sia fatto tutto il possibile”.

Che obiettivo le ha chiesto Cellino?

“Prima bisogna metterne tre dietro per non retrocedere, vogliamo farlo il prima possibile poi altre due per non fare i play out. Credo debba essere un obiettivo comune a tutte le squadre. Ho tanto rispetto per la serie B italiana quindi l’obiettivo deve essere fare il massimo per assicurarsi la categoria. Se e è fatto a marzo meglio, se in febbraio ancora meglio. Io ho fiducia assoluta nella conoscenza calcistica di questa società e alla fine sono sicuro che la società metterà a disposizione tutte le risorse possibili”. 

Il Brescia ha perso 7-8 giocatori importanti rispetto all’anno scorso. Può essere un problema? 

“L’anno scorso ho visto una squadra costruita molto bene, ha fatto un girone d’andata bellissimo. Erano molto pericolosi nelle ripartenze. A volte andavano in difficoltà, ma succede a tutte le squadre. Non so perchè, ma per loro era più difficile giocare in casa che in trasferta, ma accadeva anche alle altre squadre forse anche perchè sono tornati i tifosi allo stadio e certe squadre non erano più abituate al proprio pubblico”. 

Le è stato chiesto di far crescere i giovani attraverso un’organizzazione di gioco? 

“Nel calcio il singolo si deve aggiustare al valore del gruppo. Questo comunicheremo come staff e società. Il gruppo è la somma dei singoli. Se è così, qualsiasi giocatore di qualsiasi età cresce. Quando ero qui usavo il 4-3-1-2 e così ripartiremo, con la variante del 4-3-2-1”. 

Quanto è stata importante la presenza di Perinetti per il suo ritorno?

“E’ stata una bella sorpresa aver saputo di questa scelta da parte del presidente. Quando venni qui la prima volta arrivavo da un campionato diverso a quelli cui ero abituato, lui mi aiutò molto. Tutti insieme possiamo fare bene”. 

Ayè è esploso con lei quando non c’era il pubblico…

“Non l’ho fatto esplodere io, ma l’ambiente che si è creato attorno a lui. Il presidente ha sempre creduto in lui, noi siamo qui per aiutarlo a dare il massimo”. 

Ai tifosi cosa vuol dire?

“Quando facemmo la cavalcata la squadra sentì che i tifosi c’erano anche se non erano aperti gli stadi. Una squadra non è mai completa senza i tifosi che tifano. Quest’anno ci saranno momenti difficili anche durante le stesse partite, la differenza può essere fatta quando si capisce che nel momento più difficile bisogna restare uniti e incoraggiare la squadra. Sono convinto che i tifosi possono dare una grande mano. Se il calciatore sente che il tifoso è dalla sua parte riesce a tenere sempre duro. Noi daremo tutto e quando dico tutto non intendo il 99, ma il 100%”. 

Unità d’intenti tra Perinetti e Clotet

Lei ha fatto anche il commentatore, ci dia un consiglio su cosa dovremo stare più attenti nel suo calcio?

“Io lavoro molto su quanto impieghiamo a recuperare palla, dobbiamo far fare massimo 3-4 passaggi all’avversario. Punteremo molto sulla transizione, mi piace il calcio di mobilità, le triangolazioni, in Inghilterra si studia molto la velocità della palla ovvero quanto ci si impiega nella trasmissione della stessa. Poi lavoro su relazione terzino-mezzala, play-trequartista più che sulla tattica di squadra che fanno tutti”. 

Che ruolo vede per Moreo e cosa si aspetta da Van de Looi?

“Moreo lo vedo punta, ma nel 4-3-2-1 può anche abbassarsi e fare uno dei due trequartisti. Il play è una posizione molto importante nel mio gioco, deve difendere bene e attaccare, ha molta responsabilità, vedo un Van de Looi in crescita costante, ha tutto per diventare un gran play, se ci riesce già quest’anno meglio. E’ un grande professionista dentro e fuori dal campo”

Lei si sente più catalano o spagnolo?

“Entrambi. Non faccio differenze, amo tutto. Mio papà è catalano, mia mamma spagnolo spero di aver preso il meglio di tutte e due”.

Come si pronuncia esattamente il suo cognome?

“Come è scritto: Clotet”.