NICOLO’ QUAGGIOTTO: “ORA CREDO CHE LA GENTE ABBIA CAPITO IL BENE CHE MIO NONNO HA FATTO PER IL BRESCIA”

Il nipote di Gino Corioni ha parlato al torneo di Maclodio anche del suo passato con la maglia delle rondinelle: “Meglio non ripensi come sono andate certe cose altrimenti mi vien male…”

Maclodio. Al termine della semifinale d’andata del Gran Notturno di Maclodio (visibile in on demand sul canale Youtube “Big Match Live” e sulle pagine Facebook di Bresciaingol, CalcioBresciano e Cristiano Tognoli) il nostro direttore ha intervistato Nicolò Quaggiotto, reduce dalla solita partita a tutta gamba e cuore, come quando giocava nella squadra del nonno Gino Corioni. 

Come hai vissuto la tua nuova dimensione nei dilettanti?

«È stato difficile adattarmi all’inizio, ma adesso sono anni che lo faccio, quindi mi sono abituato. Il segreto è l’approccio, giocare allo stesso modo con cui giocavo nei professionisti. Se abbassi la guardia fai fatica anche in Prima Categoria. La mentalità fa tutto». 

Nell’annata 2014-2015, conclusa con la retrocessione sul campo, sei stato uno dei migliori tra quelli che hanno giocato con la maglia delle rondinelle. In seguito al cambio societario sei stato ceduto. Ripensi ogni tanto a quel periodo?

«Cerco di non pensarci, perché se ci ripenso mi vien male. Per alcune situazioni però anche io me ne assumo la responsabilità, ho preso decisioni contro la mia famiglia affidandomi ad una persona che non ha fatto i miei interessi. Se ci ripenso non vado più avanti, quindi cerco di non farlo». 

Segui ancora il Brescia?

«Lo seguo, anche se adesso meno dopo che è andato via Ernesto (Torregrossa, ndr), un mio amico. Lo seguo perché è la squadra della mia città e della mia famiglia, sarò sempre legato al Brescia». 

Tuo nonno viene ricordato forse meglio adesso di quando era in vita. Ha subito ogni tipo di contestazione, ma adesso viene rimpianto…

«Penso che nel calcio, ma anche nella vita, tutto questo sia quasi “normale”. Mio nonno ha sempre amato i colori del Brescia, ha dato tutto, e nel momento in cui non c’è stato più lui a capo della società penso che la gente se ne sia accorta. Ciò significa che, nonostante le varie proteste che ci sono state negli anni, mio nonno ha fatto del bene e le persone lo ricordano con affetto». 

Quale ricordo hai tu invece di lui?

«Penso sia stata una delle persone più importanti della mia vita. Era uno di poche parole, ma pesate. Ci prendeva sempre, una delle ultime volte in cui ci siamo visti gli ho fatto una promessa e cercherò di portarla a termine»