UNO STALLO CHE PUO’ COMPROMETTERE ANCHE LA PROSSIMA ANNATA

La stagione è finita, quella ventura comincerà già tra un mese, ma in casa Brescia non si vedono progetti chiari

Brescia. Quando una stagione finisce amaramente com’è finita l’ultima del Brescia, ci si prova a consolare pensando che un vantaggio da sfruttare comunque c’è: ripartire subito, ripartire bene, possibilmente in anticipo sulle avversarie per beffarle su acquisti, programmi, intenzioni. A una settimana dall’eliminazione dai play off, in casa Brescia c’è invece, se possibile, ancora più confusione di quanta non ne sia stata accumulata in un’annata da quattro direttori sportivi, due allenatori, un team manager reintegrato solo a fine ottobre, un responsabile del settore giovanile cacciato a due mesi dalle fine dei campionati e un’insieme di giocatori che non sono mai riusciti a diventare davvero gruppo perchè condizionati da tutto questo caos organizzato che ha un nome e un cognome: Massimo Cellino.

E’ lui, e non altri, che continua a fare e disfare. Più la seconda della prima dato che in un momento nel quale ci si aspetterebbe una comunicazione fluida, ottimistica, capace di riportare entusiasmo in una piazza dove questa componente fondamentale sta toccando i minimi storici, la strategia celliniana è prima di tutto quella di imbrigliare in una guerra giudiziaria Marroccu e Inzaghi tenendoli ad occupare i due ruoli chiave ben sapendo che non saranno loro il direttore sportivo e l’allenatore del campionato 2022-23. C’è sicuramente una dose di autolesionismo, ma anche di presunzione: il padrone del vapore è infatti convinto che Clotet e Perinetti (o Zamuner o chicchessia) aspetteranno con pazienza il primo luglio per entrare ufficialmente in carica ovvero quando lui potrà esonerare Inzaghi, aggirando la clausola dei primi otto posti relativa solo alla stagione 2021-22, e quando scadrà il contratto di Marroccu, che così facendo non potrà operare per il Verona altrimenti incorrendo in una squalifica. E allora perchè fa così Massimo Cellino? Semplice: perchè Inzaghi ha osato portarlo in tribunale per veder rispettata una clausola che proprio Cellino aveva avallato mentre Marroccu si è illuso che il padre padrone potesse cambiare e invece, ancora una volta, ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti. Chi osa ribellarsi al gran capo viene messo nel mirino ed ecco quindi un’altra sfida di nervi, competizione nella quale il presidente del Brescia è venerabile maestro.

Chi ci va di mezzo in tutto questo sono il Brescia calcio e i suoi tifosi. La nuova stagione è di fatto già iniziata, ma Cellino non sembra volersene accorgere. E così agendo non fa altro che compromettere anche la prossima annata, che tra un mese vedrà già la squadra al via per il ritiro pre campionato.