ALTOBELLI: “BRESCIA, POTEVI FARE DI PIU’ ”. SERAFINI E CAGNI: “IL RISULTATO FINALE RISPECCHIA LE QUALITA’ DELLA ROSA”

Spillo: “Persi troppi punti in casa, è mancato un Donnarumma. Adesso guai a ridimensionare, sarà una B durissima”. Matteo: “Cellino non ha dato un’identità, troppe cose vengono sempre messe in discussione e così non si crea empatia”. Gigi: “Non ho mai considerato questa squadra più forte di altre. Impossibile capire cosa abbia in testa il presidente, ci rinuncio”

Brescia. A Monza il Brescia ha terminato anzitempo la propria stagione, con una dolorosa sconfitta che ha rimandato il sogno promozione. È tempo allora di fare il punto, grazie ad alcuni amici del nostro quotidiano online come Matteo Serafini, Gigi Cagni e Alessandro “Spillo” Altobelli, su quella che è stata l’annata appena trascorsa con dieci domande dieci.

1)Qual è il vostro bilancio sulla stagione del Brescia di quest’anno?

SERAFINI: «Tutto sommato, un bilancio positivo. Ci sono tanti punti da cui ripartire ed alcuni aspetti da andare a ottimizzare. Non è tutto da buttare, anzi: ci sono parecchi punti positivi, che hanno permesso al Brescia di arrivare dove è arrivato. Penso che sia mancato un riscontro dal punto di vista psicologico: quando ha dovuto accelerare da quel punto di vista, si è trovato in difficoltà»

ALTOBELLI: «Per me il Brescia ha fatto una buona stagione. Le due partite non vinte contro Cittadella e Spal ci hanno impedito di essere promossi subito, poi abbiamo superato un turno difficile contro il Perugia, venendo sconfitti solo dal Monza. È stata una stagione positiva, anche se si poteva fare comunque di più».

CAGNI: «Per me è positivo. Io purtroppo ero uno di quelli che diceva che la squadra non era così competitiva come si raccontava. Gli mancava qualcosa, anche se Pippo mi diceva che era convinto di andare in A». 

2)Pensi che la classifica abbia rispecchiato il valore della rosa?

SERAFINI: «Penso di si, si sono messi in evidenza dei giocatori che conoscevamo poco, ma che sono anche di prospettiva. Mi auguro che i punti cardine siano ancora gli stessi, per far crescere questi ragazzi e portarli al livello successivo, con l’integrazione di altri elementi di qualità».

ALTOBELLI: «Non penso, in realtà. Si poteva fare di più, ad esempio a Monza il Brescia ha fatto un buonissimo primo tempo. Anche in casa è stato parecchio sfortunato».

CAGNI: «Sì, il campo alla fine non mente mai».

3) Cosa è mancato al Brescia per raggiungere l’obiettivo serie A?

SERAFINI: «Credo sia mancato proprio lo sprint finale, che però è mancato anche ad altre squadre che sono arrivate fin lì. Il campionato è stato molto avvincente, nelle ultime giornate probabilmente chi è arrivato con più energie mentali l’ha spuntata».

ALTOBELLI: «Credo che siano mancati alcuni punti in casa, che con un parco attaccanti diverso avrebbero potuto essere ottenuti facilmente».

CAGNI: «È mancato l’attaccante da quindici gol. Come fai ad andare in A se non ce l’hai. In più la difesa ha preso troppi gol. Si fa presto a fare i conti, i numeri non sbagliano mica. In difesa all’inizio mancava un centrale esperto, e in attacco il bomber. Non son stati presi». 

4) Chi è stato il protagonista in positivo della stagione?

SERAFINI: «Io dico che è stato sorprendente il rendimento di Tramoni. Poi anche Moreo si è dimostrato un giocatore molto affidabile».

ALTOBELLI: «Ce ne son stati diversi. Di solito i risultati arrivano quando tu hai degli attaccanti che si mettono in mostra e segnano, come aveva fatto Donnarumma l’anno della promozione. Gli attaccanti devono essere il centro di tutto».

CAGNI: «Ho rivisto un Bisoli in grande spolvero. Mi è piaciuto poi Tramoni, era l’unico che inventava qualcosa. Talvolta è stato però un po’ discontinuo».

5) Chi invece è rimandato all’anno prossimo?

SERAFINI: «Fare un nome è sempre brutto. Direi il presidente Cellino: purtroppo nei momenti determinanti è mancata un’idea chiara e un’identità»

ALTOBELLI: «Confermo, il reparto attaccanti»

CAGNI: «Van de Looi».

6) Qual è la tua opinione sugli allenatori che si sono succeduti in questa stagione? Pensi che Corini abbia portato un miglioramento rispetto ad Inzaghi?

SERAFINI: «Io penso che ogni allenatore abbia un suo modo di vedere e vivere il calcio, e quando lo scegli, devi conoscerlo a fondo. Credo che la valutazione su entrambi gli allenatori sia positiva, sono entrambi tecnici preparati nell’applicazione del loro tipo di calcio. Sono stati abili nello sfruttare a pieno le capacità della rosa. Mi è dispiaciuto quando è andato via Inzaghi, ma sono stato contento quando è arrivato Corini. Inzaghi per “cause di forza maggiore“ ha dovuto lasciare, cioè per un rapporto ormai logoro con la presidenza, mentre invece Corini è stato abilissimo ad entrare nella testa dei giocatori all’interno dello spogliatoio e a creare una buona mentalità. Poi gli episodi e qualche infortunio hanno tolto al Brescia la possibilità di giocarsi la A, ma alla fine ne vanno sempre su tre».

ALTOBELLI: «Quanti sono (ride, ndr)? A parte le battute, se noi andiamo a vedere il curriculum dei due allenatori di quest’anno, in serie B ci possono stare benissimo, hanno esperienza, entusiasmo, carattere e personalità. Purtroppo nel calcio contano i risultati e sia Corini sia Inzaghi hanno pagato i risultati ottenuti, con una società che credeva di aver messo loro a disposizione una rosa che avrebbe potuto fare di più».

CAGNI: «No, Corini non poteva fare di più. Ti ripeto, Pippo mi ha detto che avrebbe vinto e io gliel’ho sempre detto che avrebbe fatto fatica. Il Genio è arrivato, ha fatto qualcosa, ma la rosa quella era. Gli allenatori c’entrano poco o niente, secondo il mio punto di vista. Poi non lo sapremo mai se aveva ragione lui o io, che credevo che il Brescia non avesse grandi qualità per vincere e andare in A. Non so poi cosa sia mancato, ma se avessero continuato a giocare come i primi dieci minuti a Monza avremmo vinto sicuramente. Hanno fatto però dieci minuti, non so da cosa sia dipeso».

7) Qual è stato l’acquisto migliore? E la delusione, considerate le aspettative?

SERAFINI: «Assolutamente Tramoni. Ma anche Leris, pur essendo calato. La serie B è comunque un campionato logorante. Delusione non lo so, possono subentrare tanti aspetti».

ALTOBELLI: «Un unico nome: Tramoni. Delusioni forse Proia ed Adorni, ma credo sia stato solo un caso». 

CAGNI: «Tramoni sicuramente. Delusione Adorni».

8) Marroccu è quasi ufficialmente il nuovo DS del Verona. Come giudichi la sua seconda esperienza in biancoblu? Gli è riuscito il ruolo di “mediatore” con la presidenza?

SERAFINI: «È un ruolo che è venuto a ricoprire per riconoscenza al Presidente, per fare un favore ad un amico. L’ha fatto cercando di assecondare questo rapporto, che dura da anni, venendo a lavorare a Brescia per questi mesi».

ALTOBELLI: «Abbiamo visto di tutto in questo campionato: Corini via, Inzaghi via. Ma anche a Marroccu scade il contratto tra poco. Per adesso è ancora un dipendente del Brescia, poi non so se l’abbiano cercato per rinnovargli il contratto. Si dice che abbia già firmato con il Verona, ma visto che non era certo della riconferma ha cercato un altro club. L’anno prossimo lo vedremo in serie A con una bella squadra».

CAGNI: «Ma si, quella è una cosa tra loro due. Si lasciano, si riprendono. Quando c’è di mezzo Cellino poi non lo sai mai bene».

9) Cinque giocatori da cui ripartire per l’anno prossimo.

SERAFINI: «Tramoni, Leris, Bisoli, Cistana se non ha opportunità importanti, perché capisco anche le esigenze del ragazzo di andare a misurarsi in una categoria superiore. Poi ci metto Moreo».

ALTOBELLI: «Cistana, Bisoli, direi Sabelli. Poi Tramoni e ci metto Jagiello».

CAGNI: «In realtà non mi è quasi mai piaciuta la squadra, quindi non lo so. Dico Moreo, Bisoli, Cistana, Sabelli e Tramoni. Poi volendo anche uno dei due terzini sinistri».

10) Si parla, sempre per l’anno prossimo, della volontà di abbassare il monte ingaggi e l’età media della rosa. È un rischio o una sfida affascinante voler lanciare più giovani?

SERAFINI: «Più bassa di così direi di no. Per provare a fare il salto ci vuole il giusto connubio tra giovani, esperienza, idee di un allenatore e seguirne le volontà tattiche. Queste sono tutte cose che a Brescia vengono messe in discussione, quindi creare un’empatia con la piazza diventa sempre più complicato».

ALTOBELLI: «L’anno prossimo ci saranno da affrontare sia le retrocesse di quest’anno, sia le grandi che non sono riuscite ad andare su. Non parlerei quindi di riduzione del monte ingaggi e cose simili, Brescia è una città che deve giocarsi fino alla fine la possibilità di andare in A, e per farlo ci vogliono giocatori bravi».

CAGNI: «Non ne ho idea, non si sa cosa possa avere in mente Cellino. Ho anche letto che vuol vendere, poi non so se ha problemi economici, ma non credo. Non saprei dire, come si fa ad interpretare una squadra e una società diretta da Cellino? Io vivo in Liguria, ieri mi hanno telefonato facendomi delle domande sul Genoa e io ho detto quello che penso, ed è stato facile: ci sono questi americani che hanno parecchi soldi e una programmazione solida. Hanno poi già fatto la scelta del direttore sportivo, dell’allenatore, avranno venti-venticinquemila spettatori ad ogni partita a Marassi. Gli americani hanno dato fiducia a tutto lo staff, pur essendo retrocessi. Un’idea quindi puoi fartela. A Brescia no: ho visto ad esempio che ha reintegrato Inzaghi. Come fai a capire cosa ha in testa? Mi dispiace, io sono molto razionale, pude mia risponder a questa domanda».

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