DA QUANDO I PLAY OFF SONO A SEI SQUADRE, QUARTA E QUINTA LE PIU’ PROMOSSE

Dal 2013-2014, in sei campionati su otto è salita la squadra classificatasi in quelle due posizioni nella stagione regolare

Brescia. Premessa: quest’analisi è solamente legata alla cabala, materia che può dire tanto ma non tutto, soprattutto nel campionato più pazzo del mondo, ove pare che tutto sia possibile, potendo sgretolare anche le convinzioni più logiche. Certo è che, a guardare i precedenti, la posizione attualmente e, nel caso peggiore anche dopo venerdì sera, occupata dal Brescia non sembra essere così drammatica: già in due occasioni su otto la squadra quinta in classifica è riuscita, compiendo una vera impresa, ad essere promossa partendo dal turno preliminare, avendo quindi nelle gambe le scorie di una partita in più delle due che la precedevano nella graduatoria. 

Tanti (pochi) anni fa. I playoff a otto vennero introdotti per la stagione 2013-2014, l’anno, tanto per intenderci, dei cinque allenatori in casa Brescia (Giampaolo, Micarelli, Maifredi, Bergodi ed Ivo Iaconi). Ciò, nelle intenzioni della Lega di Serie B, avrebbe dato maggiore importanza alla classifica finale, eliminando le classiche “partite inutili“ su cui i furbastri del Calcioscommesse negli anni precedenti avevano fatto affari. Le Rondinelle, nonostante un buon mercato, rimasero impelagate nella metà destra della classifica: a giocarsi invece la promozione in serie A furono, in ordine, Latina, Cesena, Modena, Crotone, Bari e Spezia. La finale vide sfidarsi Pontini e Romagnoli; dopo il 2-1 al Manuzzi, il Cesena riuscì a fare il bis, trionfando anche al “Francioni“: a siglare la promozione fu Cascione su calcio di rigore. L’anno successivo la squadra quarta in classifica fece il bis: il Bologna di Delio Rossi, chiamato alla quarantesima giornata per sostituire nientemeno che Diego Lopez, riuscì faticosamente a tornare nella massima serie nella doppia sfida contro il Pescara, in virtù del miglior piazzamento nella stagione regolare. Considerazione a margine: sono trascorsi solamente nove ed otto anni, ma paiono altre epoche calcistiche. La serie B non perdona nessuno. 

La vendetta del Delfino. Anno 2015-2016. Roberto Boscaglia, dopo una folle corsa, cede sul più bello, mancando i playoff per appagamento: a giocarsi il mini torneo di fine stagione sono allora, sempre in rigoroso ordine di classifica, Trapani, Pescara, Bari, Cesena, Spezia e Novara. Ad andare in serie A sono proprio gli abruzzesi, pareggiando 1-1 ad Erice dopo il 2-0 dell’andata. A passare poi alla storia di quel campionato sono le lacrime a fine partita di Serse Cosmi, allenatore dei granata, che vide sfumare sul più bello il sogno di una città. A parziale consolazione resta una realtà ormai acclarata: difficilmente i playoff premiano le favole. Troppe infatti le pressioni, quasi impossibili da gestire. 

Salta lo Stregone. Mentre il Latina, che due anni prima si era giocato la promozione, fallisce, dovendo ripartire dai dilettanti, la disputa per il massimo alloro vede coinvolti Frosinone, Perugia, Benevento, Cittadella, Carpi ed un habitué come lo Spezia. A far saltare il banco sono i sanniti, che, partendo dal turno preliminare, riescono per la prima volta ad essere promossi nella massima serie nella finale contro il Carpi. Allenatore del Benevento è Marco Baroni, che venerdì potrà cercare la sua seconda promozione alla guida di una squadra giallorossa, e miglior realizzatore è Fabio Ceravolo con 20 reti. 

Ora dei gialloblu. Al quinto tentativo, giunge finalmente l’anno in cui la classifica viene “rispettata“: a riuscire in quella che era ormai diventata un’impresa è il Frosinone, che ribalta il 2-1 subito al “Renzo Barbera“ con un 2-0 interno. Eroi di serata Raffaele Maiello e Camillo Ciano. L’anno successivo, con il Brescia finalmente promosso in serie A da primo in classifica, è invece il turno dell’Hellas Verona, che da quinto in graduatoria, dopo un’annata decisamente problematica, decide per la mossa vincente: fuori Fabio Grosso e dentro Aglietti. A sfidare i gialloblu di Verona in finale playoff sarà il Cittadella che, sempre a proposito di favole non a lieto fine, dopo il 2-0 dell’andata al Tombolato perde 3-0 al Bentegodi, sotto i colpi di Zaccagni, Di Carmine e Laribi. 

La prima volta di Spezia e Brescia. Gli ultimi due anni sono caratterizzati da due prime volte; con il Brescia finalmente in serie A è lo Spezia, al sesta qualificazione ai playoff su sette disputati, a far saltare il banco, riuscendo a sfruttare il fattore terzo posto in classifica nella doppia sfida con il Frosinone: grazie infatti all’1-0 inflitto al Benito Stirpe agli Aquilotti diventa ininfluente la sconfitta patita al Picco. L’anno scorso invece a fare il suo debutto nel gran ballo dei playoff allargati è proprio il Brescia, prima volta che però dura molto poco: i ragazzi di Clotet, arrivati scarichi alle fase finali, perdono infatti per 1-0 la gara preliminare contro il Cittadella con gol di Proia. Ad essere promosso da quinto, come ricorderete, è allora il Venezia, nella doppia sfida proprio contro gli stessi granata, giustizieri del Monza nel turno precedente. Eroe di serata fu Bocalon, per un playoff in salsa veneta che respinse ancora una volta i sogni promozione del Cittadella. 

Bilancio finale. Conclusi i flashback delle varie edizioni dei playoff allargati, emerge subito un dato: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i “numeri buoni“ di classifica per essere promossi sono il quattro e il cinque, equamente distribuiti. Mai come quest’anno però, a tutte le prime otto, tranne forse all’Ascoli che viaggia sulle ali dell’entusiasmo, è venuto il proverbiale “braccino“ e ai playoff, molto probabilmente, si sfideranno squadre stanche ed impaurite, aprendo dunque il ventaglio delle possibilità. Sappiamo come la scaramanzia sia “di casa“ nella società di via Solferino: al Brescia non resta allora che vincere contro la Reggina. Poi, se la Cremonese dovesse fare almeno un punto, forse, sarebbe anche meglio…