”Non ho rimpianti per non aver esonerato prima Inzaghi, anche perchè Corini in quel momento non era un’operazione fattibile. C’è rabbia per le limitazioni dei biglietti, sono convinto che avremmo invaso Monza: è un modo per cercare di toglierci delle energia, speriamo che i ragazzi sopperiscano”
Torbole Casaglia. A margine della presentazione dei nuovi vertici del settore giovanile, il direttore sportivo del Brescia Francesco Marroccu ha parlato anche di prima squadra.
Il primo bilancio con Corini vi soddisfa?
“Lo leggo anche noi vostri occhi che tutto sta andando verso la direzione giusta. E’ palpabile che tutti sentiamo un’elettricità scaturita. Sono uno che festeggia poco, solo quando il risultato è arrivato. Non è tempo di bilanci, ma sono certo che ora ce la possiamo giocare fino in fondo per l’obiettivo massimo, non quello minimo. Ora bisogna chiudere il cerchio e si chiuderà solo il 5 maggio”.
Con Corini tre prestazioni positive e anche diverse tra loro?
“Sì, concordo. Era quello che pensavamo potesse accadere altrimenti non avremmo operato una scelta dolorosa. L’elettricità ha colpito tutti: anche il pubblico e i giornalisti. Brescia sta trascinando la squadra e viceversa”.
Peccato poter portare solo poco più di 600 tifosi a Monza…
“Sì, fa rabbia. Sono certo che avremmo invaso Monza. Nel momento in cui c’è il 100% di disponibilità degli stadi c’è il rammarico che ci siano limitazioni per i tifosi del Brescia. Siamo venuti a conoscenza del problema solo ieri, stiamo cercando di capire se si può fare qualcosa. Questa limitazione è un modo di toglierci qualche energia, ma speriamo che i ragazzi possano sopperire in altra maniera”.
Non si rimprovera di non aver esonerato prima Inzaghi?
“No perchè vorrebbe dire disconoscere il valore di Inzaghi. Io invece lo riconosco. Ogni mossa ha una sua logica ed è figlia del momento. Quando pensammo la prima volta all’esonero di Inzaghi, Corini non era un’operazione fattibile. Nel nostro lavoro l’ importante è non avere rimorsi. Quando imbocco un bivio è quello perchè non è dettato dall’ego, ma lo faccio in funzione della scelta che si può fare. Si sono avvicendati quattro direttori sportivi in questa stagione, ma ciascuno ha messo una pietra anche solo per aver indicato il nome del cuoco o del medico. Chiunque ha partecipato a questa stagione avrà messo un mattoncino per la vittoria finale”.
Resta comunque il dispiacere per come è andata a finire con Inzaghi, anche per le modalità?
“Questa vicenda si è spostata da un piano sportivo a uno legale e siccome ogni parola può essere male interpretata ogni giudizio verrà dato quando tutto sarà finito”.