IL RIGAMONTI E’ DIVENTATO UN FORTINO

Positiva inversione di tendenza per i risultati casalinghi. Dopo picchi estremamente negativi, con addirittura centonove giorni senza vittorie al Rigamonti, il Brescia ha corretto la rotta: quattro vittorie e un pareggio nelle ultime cinque gare in casa

Brescia. “Non è mai troppo tardi per ritrovare le chiavi di casa“. Intitolammo così la presentazione della sfida casalinga contro l’Ascoli, del 23 febbraio. E da quel momento non solo il Brescia (che non vinceva da 109 giorni) le ha ritrovate, ma è anche rientrato in casa, l’ha barricata e si è preparato a dovere per ricevere la visita di avversari con molta voglia di riespugnarla. Finalmente padroni in casa propria. Dopo aver vinto 3 partite nelle prime 12 giornate al Rigamonti, la Leonessa ne ha vinte quattro nelle ultime 5. E’ un deciso cambio di tendenza.

Dove tutto ha avuto inizio. Quando ripenseremo a fine stagione all’annata che abbiamo vissuto, una delle prime cose che ci verrà in mente sarà il record di vittorie esterne, croce e delizia della stagione. Le nove affermazioni lontane da casa sono un record della storia biancoblu che nessuno potrà togliere a Filippo Inzaghi, nonostante l’ingratitudine che spesso alberga nel mondo del calcio. Ciò premesso, la sfida contro l’Ascoli sopracitata era carica di significato: c’era infatti la voglia di sfatare quello che era diventato un vero e proprio tabù. Il Brescia vinse e convinse, grazie a un immenso don Rodrigo Palacio, trascinatore e finalizzatore di una squadra finalmente convinta dei propri mezzi, vogliosa di attaccare e non solo di farsi schiacciare per poi ripartire. Una settimana dopo l’Ascoli è poi arrivato il Perugia, ed è giunto il bis con l’eroe di giornata Flavio Bianchi, gol e assist per la rete decisiva sempre di Palacio. Rimpianti invece contraddistinguono la sfida casalinga successiva contro il Benevento: i due punti persi contro i sanniti potrebbero pesare nel computo totale di fine stagione. Le due partite contro Vicenza e Parma sono infine cronaca recente, per cui non ci dilungheremo ulteriormente: ci limitiamo allora a fare i conti, che recitano quattro vittorie e un pareggio con tantissimi rimpianti, per un totale di tredici punti in cinque gare su quindici disponibili.

Considerazioni sparse. Dicevamo che le nove vittorie esterne sono state un po’ la delizia e la croce della gestione di Inzaghi: la delizia per l’unicum della storia biancoblu, la croce perché nei naturali equilibri del mondo del calcio hanno corrisposto a risultati non esattamente positivi tra le mura amiche. Nessuno ci potrà togliere l’idea che se il rendimento del precedente allenatore fosse stato di nove vittorie interne, la percezione della sua esperienza sotto il Cidneo sarebbe stata molto diversa. A tutto ciò vanno aggiunte due istantanee che rendono plasticamente le differenze di clima ed atmosfera vissute nelle due gestioni di quest’anno: un Brescia-Ternana con 1500 presenti insoddisfatti, nonostante si venisse da una vittoria contro la Reggina al Granillo, e la sfida contro il Parma di ieri sera, in cui non solo i ragazzi della Curva Nord, sempre encomiabili nel sostenere la squadra, ma in generale tutto il pubblico è stato il famoso dodicesimo uomo in campo con quasi 7000 spettatori. Sta rinascendo un’unità di intenti tra giocatori, allenatore e tifosi che fa ben sperare anche per il futuro: i presenti di ieri sera, record stagionale, non sono casuali. E al di là dei prezzi sempre troppo alti nonostante le promozioni, alla fine sono i risultati a fare la differenza, spingendo le persone a prendere il biglietto per partecipare al rito laico della partita: fatichiamo infatti a pensare che, in caso di risultato positivo (ma non necessariamente) il giorno di Pasquetta contro il Monza, il record stagionale di supporter presenti al Rigamonti non verrà battuto lunedì 25 aprile contro la Spal. Sarà così, e sarà sempre così. Un po’ dispiace, ma nemmeno si deve peccare d’ingenuità. 

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