Il Brescia batte di misura il Parma con un gol del solito Moreo e a quattro giornate dalla fine si riporta a -2 dalla serie A diretta. Lunedì a Monza come fosse uno spareggio
Brescia. Sigmund Freud diceva che ognuno di noi ha molti avversari e uno in particolare: se stesso. E’ nel momento in cui il Brescia si libera dei fantasmi di una partita da dover vincere a tutti i costi per restare in corsa per la serie A diretta, quando si toglie dalla spalla la scimmia di un attacco senza un centravanti vero che sappia concretizzare l’enorme mole di lavoro prodotta (in particolare i cross di Sabelli) che riesce a sbloccare una partita dura come il marmo di Botticino.
Il punto. Deve pensarci ancora lui, il meno centravanti degli attaccanti presenti in rosa, Stefano Moreo, che alle soglie dei 30 anni ha scoperto di poter essere anche un realizzatore (nella foto in evidenza il gol partita); l’uomo fortemente voluto da Inzaghi e meno male che SuperPippo almeno questa battaglia di retroguardia era riuscito a vincerla in estate… Soffre il Brescia, come ancora non aveva sofferto con Corini. Il Parma si mangia due, tre gol clamorosi e a Iachini resta l’agro sapore di una vittoria mancata con la quale se ne vanno anche le ultime chances play off. Chiacchiere e tabacchiere di legno non li vuole però nemmeno il banco di pegno e in questo adagio napoletano si cela il senso della serata. Quello che conta è che il Brescia si sia riportato a -2 dalla serie A diretta e anche se là davanti continua ad esserci più traffico che nella metropolitana di Tokyo all’ora di punta, l’importante è avere mantenute intatte le chances di potersi giocare tutto fino in fondo e andare così a Monza lunedì di Pasquetta per rompere le uova rimaste e piazzare il colpo che potrebbe valere una stagione dato che le ultime tre gare con Spal, Cittadella e Reggina non sembrano nascondere grandi insidie.
La partita. Corini se l’è giocata alla Gasperini. Ha accettato gli uno contro uno a tutto campo, i contropiede iachiniani, ha detto grazie alla buona sorte e ha vinto di corto muso, sfruttando un trio in splendida giornata: Sabelli-Bisoli-Moreo. Non a caso i facenti parte del gol partita. Ma bisogna dire grazie anche a Joronen. Non sono mancate le spine in questa rosa, sopratutto a centrocampo (capitano escluso), non è stato un Brescia senza macchia, ma sicuramente nel secondo tempo è stato un Brescia senza paura. Restiamo convinti che con una punta a scelta tra il Donnarumma e il Torregrossa dell’anno della promozione (non abbiamo scritto tutti e due, ne bastava uno) questa squadra sarebbe adesso prima o seconda. Con o senza Inzaghi. Con o senza Corini. Ma non è il momento di processi o polemiche, anche se ci piacerebbe tanto aprirne una sui soli 677 biglietti a disposizione dei tifosi del Brescia per lo “spareggio” di lunedì a Monza. Questa però è un’altra storia. Restiamo su quella ancora tutta da scrivere. La più bellA. Possibilmente.
NELLA MISCHIA
Il Brescia batte di misura il Parma con un gol del solito Moreo e a quattro giornate dalla fine si riporta a -2 dalla serie A diretta. Lunedì a Monza come fosse uno spareggio
Brescia. Sigmund Freud diceva che ognuno di noi ha molti avversari e uno in particolare: se stesso. E’ nel momento in cui il Brescia si libera dei fantasmi di una partita da dover vincere a tutti i costi per restare in corsa per la serie A diretta, quando si toglie dalla spalla la scimmia di un attacco senza un centravanti vero che sappia concretizzare l’enorme mole di lavoro prodotta (in particolare i cross di Sabelli) che riesce a sbloccare una partita dura come il marmo di Botticino.
Il punto. Deve pensarci ancora lui, il meno centravanti degli attaccanti presenti in rosa, Stefano Moreo, che alle soglie dei 30 anni ha scoperto di poter essere anche un realizzatore (nella foto in evidenza il gol partita); l’uomo fortemente voluto da Inzaghi e meno male che SuperPippo almeno questa battaglia di retroguardia era riuscito a vincerla in estate… Soffre il Brescia, come ancora non aveva sofferto con Corini. Il Parma si mangia due, tre gol clamorosi e a Iachini resta l’agro sapore di una vittoria mancata con la quale se ne vanno anche le ultime chances play off. Chiacchiere e tabacchiere di legno non li vuole però nemmeno il banco di pegno e in questo adagio napoletano si cela il senso della serata. Quello che conta è che il Brescia si sia riportato a -2 dalla serie A diretta e anche se là davanti continua ad esserci più traffico che nella metropolitana di Tokyo all’ora di punta, l’importante è avere mantenute intatte le chances di potersi giocare tutto fino in fondo e andare così a Monza lunedì di Pasquetta per rompere le uova rimaste e piazzare il colpo che potrebbe valere una stagione dato che le ultime tre gare con Spal, Cittadella e Reggina non sembrano nascondere grandi insidie.
La partita. Corini se l’è giocata alla Gasperini. Ha accettato gli uno contro uno a tutto campo, i contropiede iachiniani, ha detto grazie alla buona sorte e ha vinto di corto muso, sfruttando un trio in splendida giornata: Sabelli-Bisoli-Moreo. Non a caso i facenti parte del gol partita. Ma bisogna dire grazie anche a Joronen. Non sono mancate le spine in questa rosa, sopratutto a centrocampo (capitano escluso), non è stato un Brescia senza macchia, ma sicuramente nel secondo tempo è stato un Brescia senza paura. Restiamo convinti che con una punta a scelta tra il Donnarumma e il Torregrossa dell’anno della promozione (non abbiamo scritto tutti e due, ne bastava uno) questa squadra sarebbe adesso prima o seconda. Con o senza Inzaghi. Con o senza Corini. Ma non è il momento di processi o polemiche, anche se ci piacerebbe tanto aprirne una sui soli 677 biglietti a disposizione dei tifosi del Brescia per lo “spareggio” di lunedì a Monza. Questa però è un’altra storia. Restiamo su quella ancora tutta da scrivere. La più bellA. Possibilmente.