QUANDO ”MANGIARE” GLI ALLENATORI E’ UN VIZIO ANTICO

Pisa-Brescia e il ricordo di Romeo Anconetani del quale Massimo Cellino è la prosecuzione

Brescia. Anconetani, Cellino e Pisa-Brescia.  Il Pisa ha quell’accostamento di colori che tanto mi procura allergia, e una storia piuttosto frammentaria, nelle categorie che contano. Ai tempi di Anconetani, anni 80, ebbe un periodo in cui giocò qualche stagione in serie A, scoprendo giocatori come Berggreen, un attaccante che giocava a destra, Wim Kieft, uno che somigliava, nel gioco, parecchio a Caracciolo, e quel Mircea Lucescu in panchina, che poi fu nostro condottiero, durante la presidenza del Gino. Anconetani fu un personaggio sopra le righe, sempre tagliente nelle interviste, superstizioso fino all’eccesso, pensate che buttava il sale sotto la panchina alla domenica mattina, per scacciare il malocchio ( e vi lamentate di Cellino?), faceva ritiri improvvisi, visite ai santuari, tanto per inquadrare il personaggio. Ma non fu solo questo, ma molto altro, un vero pioniere, per i tempi del calcio pane e salame.

Va ricordato che fu radiato dal calcio, poi riabilitato dopo la vittoria del mondiale 82, a cui segui un’amnistia.

Oltre a fare il dirigente per le squadre toscane, gli venne l’idea di creare un archivio con dentro i dati di oltre 40 mila giocatori, così da avere sott’occhio vita, morte e miracoli di tutti, un po’ come fece parecchi anni dopo Bacconi, aprendo la Digital Soccer Project, con tutte le statistiche su squadre, movimenti, tiri, schemi e giocatori, ma allora non c’erano le immagini in grande quantità, bisognava mandarci gli osservatori, e nemmeno un web da consultare. 

Fu il primo ad ideare i treni speciali per le trasferte, treni per i soli tifosi, poi eliminati negli ultimi anni di calcio spezzatino, divenne una specie di procuratore, mettendo giocatori e DS delle società in contatto con provvigione del 5%, in 16 anni cambiò ben 22 allenatori (vi ricorda qualcuno…?) ma, la cosa più curiosa, fu che cercò di unificare le squadre di Pisa e Livorno, creando il “ Pisorno” e un progetto per uno stadio da 40 mila posti. Inutile dire che, i tifosi, la presero molto male, e la cosa nemmeno partì. Si, ci ho pensato, all’ipotesi di uno società unica che unisse il Brescia agli innominabili: vi immaginate la “Brescianta”?

Io ci ho provato, e adesso vado a prendermi un antistaminico, ho prurito dappertutto, e anche un po’ di nausea. Non fatelo anche voi!

Ezio Frigerio