Ecco come destreggiarsi nella giungla dei tanti dubbi relativi alla clausola contrattuale del tecnico biancoazzuro
Brescia. Da settimane si parla della famosa clausola contrattuale che impedisce (o meglio impedirebbe) al Brescia calcio di esonerare Filippo Inzaghi fin che la squadra sarà almeno nelle prime otto posizioni della classifica. Per questo l’esonero, deciso da Cellino dopo lo 0-0 di Cosenza, sarebbe saltato. In realtà in quei giorni, oltre alle pressioni di gran parte della piazza (tifoseria e alcuni organi giornalistici), ci fu un vero e proprio caos giuridico e burocratico dettato dall’unicità di un contratto che prevede appunto quella postilla. Non c’erano precedenti sui quali orientarsi. Quando il clan di Inzaghi ha deciso di farla valere (ricorderete le immagini del tecnico sotto la sede del Brescia calcio in compagnia dell’avvocatessa Sara Agostini, facente parte dello studio di procuratori che fa capo a Tullio Tinti, lo storico manager di SuperPippo) in Lega Calcio si aprirono una serie di interrogativi per capire se davvero Cellino potesse sollevare dall’incarico il proprio allenatore oppure se quella clausola l’avrebbe obbligato a rinunciare.
Lopez, andata e ritorno. Il Brescia fece arrivare dall’Uruguay Diego Lopez, al quale fece sostenere anche le visite mediche perchè nel frattempo aveva mandato – secondo prassi – al Settore Tecnico di Coverciano una richiesta di tesseramento per il tecnico che già aveva guidato due volte le rondinelle. La Lega prese tempo e così fece ovviamente anche il Settore Tecnico, un ritardo che “aiutò” Inzaghi e che – registrata da parte di Cellino e Marroccu l’avversione della piazza al ritorno di Lopez – portò alla decisione di mantenere lo status quo.
La diversità del momento. Dalle notizie che abbiamo raccolto in queste ultime ore (le nostre fonti sono collocate direttamente nel palazzo del calcio, quindi fonti primarie che per ovvi motivi preferiscono rimanere anonime) questa volta Cellino si è mosso per tempo e la Lega non bloccherà un eventuale esonero di Inzaghi. Se poi quest’ultimo volesse far valere la famosa clausola, non gli resterebbe che rivolgersi al Collegio Arbitrale chiedendo il reintegro oppure un risarcimento danni. Ma i tempi per arrivare a una sentenza non sarebbero brevi e il tecnico che dovesse prendere il posto di Inzaghi riuscirebbe a concludere la stagione che è ormai nella sua parte finale.
Questa la spiegazione prettamente tecnica, giusto per fare chiarezza. In attesa degli sviluppi di una situazione che, dopo il deludente pareggio in casa del Pordenone, per Inzaghi si è fatta nuovamente critica.