CAVASIN: ”QUANDO RIPENSO A FIRENZE 2005 MI SENTO DEFRAUDATO, A LECCE I MIEI ANNI MIGLIORI”

Il doppio ex del big match di sabato al Via del Mare: ”A Brescia sono purtroppo mancati i risultati, ma saremmo dovuti ritornare in A con Calciopoli. Ci hanno derubato e non ci hanno mai restituito il maltolto. Anche in quella partita cose poco chiare… Con Corioni rapporto stupendo, lavorare con lui una fortuna. Sabato si affrontano due squadre con il valore della rosa da serie A, credo finirà in pareggio»

Arbatax. Alberto Cavasin, doppio ex di Lecce e Brescia, apre per Bresciaingol.com il suo cassetto dei ricordi calcistici, con gioia ma anche recriminazione per ciò che a distanza di anni considera ancora uno scandalo.  

Mister, da quest’anno allena in Prima Categoria. Come sta andando? 

«Si. Sono a Barisardo, paese vicino ad Arbatax, in Sardegna. Ho ritrovato il campo, sono felice, abbiamo vinto tutte le partite tranne una che abbiamo pareggiato, siamo una squadra forte e il campionato è in discesa con quindici punti di vantaggio sulla seconda». 

Sabato ci sarà Lecce-Brescia e lei è doppio ex della sfida, avendo allenato entrambe le squadre. Che ricordo ha delle due esperienze?

«A Brescia mi son trovato, al di là dei risultati che non sono stati positivi sul campo, davvero molto bene: sono stato accolto e trattato bene da tutti. Non mi sono espresso bene e a me piace trovare gli anni in cui puoi fare risultati sul campo; la società mi ha comunque messo sempre nelle condizioni di poter lavorare al meglio. Ho avuto la fortuna di lavorare al fianco di Gino Corioni, presidente che sapeva di calcio, interlocutore importante, con cui mi son trovato a mio agio. A Brescia si sta bene anche come piazza e tifoseria, nel senso che pure fuori dal campo ho avuto un buon rapporto con i tifosi, nonostante ripeto siano stati anni in cui non sono stato premiato dai risultati. I tifosi ci son sempre stati vicini, ci hanno sempre aiutato. A Lecce forse è stato il top della mia carriera: anche lì molto bene, con la differenza che in Puglia sono giunti anche i risultati. Ho avuto risultati sul campo, in una piazza importante e in una città meravigliosa; i rapporti con la dirigenza erano buoni e i traguardi raggiunti sono stati importanti: una panchina d’oro e due salvezze significative, in quanto il Lecce solitamente veniva promosso e retrocedeva l’anno dopo. Quindi tutto molto bene». 

Il Brescia ha vinto, a inizio anni duemila, due volte consecutive a Lecce, con lei sulla panchina dei salentini. Una di queste partite è famosa per il gol direttamente da calcio d’angolo di Roberto Baggio…

«Me lo ricordo bene. Un gol meraviglioso». 

L’altra invece è la prima partita dopo la tragica scomparsa di Vittorio Mero…

«Ricordo anche quella. Partita particolare, un recupero dopo la tragedia di Vittorio Mero. Il Brescia fece una partita meravigliosa contro di noi e la vinse, con una carica emotiva fortissima». 

Ha rimpianti per la gara con la Fiorentina che condannò il Brescia alla serie B?

«Si, certamente. È stata la partita finale di un campionato di cui mi sento defraudato. Dico in generale, pur non quadrando tante cose di quella partita lì. Siamo stati anche a testimoniare riguardo quell’incontro e io sono stato chiaro nel dire la mia opinione; poi non c’è stato seguito. Dopo quella gare è venuto fuori che alcune squadre avevano barato e secondo le norme precedenti, chi aveva barato in quella maniera lì sarebbe dovuto retrocedere e non avere punti di penalizzazione. Se avevano fatto delle cose che non andavano fatte, giustizia sarebbe stata solo facendole retrocedere, perché tenendole in A hai tolto alle squadre retrocesse, Brescia e Bologna, la possibilità di farsi restituire il maltolto. Saremmo dovuti tornare in serie A, ma probabilmente, siccome la Juventus sarebbe dovuta retrocedere in serie C e le altre squadre in B per quello che avevano combinato, hanno optato per le penalizzazioni. Comunque sia, in serie A con tutti quei punti (42, ndr) saremmo dovuti rimanere. La refurtiva che hanno sottratto a noi quell’anno non ce l’hanno mai restituita, altro che penalizzazione. Poi la Fiorentina non ha rubato la partita, ma ci sono state altre occasioni per cui la Procura ha trovato i dirigenti con le mani del sacco, dandogli per questo una penalizzazione. Ci sono state delle sentenze in cui si diceva che i dirigenti della Fiorentina avevano fatto peste e corna e sono stati sanzionati, ma dovevano essere sanzionati non con la penalizzazione bensì con la retrocessione perché quando fai un illecito e trucchi una partita devi andare nel campionato inferiore. In corsa è stato cambiato il regolamento, per salvare i potenti, quelli che contavano, che dopo vanno in tv a parlare del nulla. Noi siamo sportivi, io ho spiegato le cose quando mi hanno chiamato a deporre, ma nulla è successo. Certa gente che va in televisione si dovrebbe vergognare». 

Ieri era l’anniversario della scomparsa del presidente Corioni, che mi ha citato in precedenza. Che ricordo ha di lui?

«Come prima cosa ti ho parlato di lui, per farti capire. È il presidente che ho avuto che conosceva il calcio meglio di tutti, sapendo stare con gli uomini del settore non solo a livello tecnico, perché non era tanto quello: sapeva mettere tutti in pista, ne conosceva le dinamiche. Ho passato molti momenti a stretto contatto con lui, era malato, ma lo stesso mi veniva a trovare a Coccaglio ogni sera verso le 23 e tiravamo insieme le 2-3 del mattino. Ci trovavamo anche nella sua azienda due-tre ore perché voleva sapere di tutto e di più. Era un uomo che mi trattava bene e mi rispettava. Abbiamo fatto un percorso di Brescia e di vita». 

Domanda secca: un pronostico per sabato pomeriggio? 
«Credo sarà una partita molto equilibrata, tra due squadre che come valore della rosa dovrebbero stare più in A che in B. Penso finirà in pareggio»