DARIO MARCOLIN: ”MATCH E PUBBLICO DA SERIE A. LA CREMONESE FARA’ LA PARTITA, MA PIPPO HA LE CONTROMISURE”

“Pecchia ha più palleggiatori e può giocare come preferisce, Inzaghi punta alla praticità. Filosofie diverse, l’importante è arrivare al risultato. Giocavo nelle giovanili grigiorosse perchè dal Brescia non mi cercò nessuno, ma la domenica andavo in Curva Nord a tifare Gritti e Aliboni”

Roma. Dario Marcolin, bresciano da anni di stanza a Roma, allenatore e commentatore per Dazn, che con la Cremonese è cresciuto e ha giocato tre anni in prima squadra (dal 1989 al 1992 con 60 presenze e 5 gol), a Brescia nella stagione 2006-07 come vice di Somma e poi collaboratore di Cosmi, analizza il match di questo sabato allo ”Zini”.

Che partita ti aspetti?

“E’ un grande scontro al vertice. La Cremonese gioca bene così come il Brescia, mai come quest’anno le due squadre sono state così in alto in classifica e così forti. E’ uno scontro da serie A”.

Che valutazione fai sui due allenatori?

“Pecchia ha un pregio: è rimasto per più tempo sulla panchina della Cremonese in questi anni contraddistinti da via via di allenatori e questo lo ha aiutato a costruire un’ottima squadra, Inzaghi sa come si vincono i campionati”.

Diversi addetti ai lavori sostengono che la Cremonese gioca meglio del Brescia…

“Sono due tipologie di gioco diverse, filosofie diverse. Inzaghi anche a Benevento ha vinto con una squadra pratica e per vincere una squadra non deve essere per forza di cose bella. Le formazioni di Pippo prendono pochi gol, regalano poco agli avversari. Pecchia ha più giocatori con il palleggio nelle loro corde, penso a Gaetano giusto per citarne uno, rispetto a quelli del Brescia: Fabio ha dato un’identità. A Benevento, nell’ultimo turno, la Cremonese ha fatto una grande partita tecnica, alcuni amici tifosi sanniti mi hanno detto che è stata la miglior squadra vista quest’anno soprattutto per quanto fatto vedere nel primo tempo quando è partita forte. Al di là di Di Carmine che attacca profondità, ci sono parecchi giocatori che amano arrivare a far gol con la manovra e il pallone tra i piedi. Ci sono diversi modi per vincere una partita di calcio. Faccio questo paragone: se devo andare a Milano posso fare l’autostrada o la strada normale, ma sempre a Milano arrivo. Inzaghi ha filosofia che già in passato gli ha portato benefici, è il suo marchio di fabbrica ed è giusto che giochi come sta facendo”.  

Allo ”Zini” sono attesi 10.000 spettatori, di questi tempi in serie B è una notizia…

“Beh anche in A se penso che quest’inverno ho commentato un Lazio-Genoa con 6000 spettatori. Sapere che ci sarà il pienone, mi sembra di tornare indietro di 30 anni. Lo Zini rimodernato, tra l’altro, si presta per godere di una partita così: vedi bene, gli spalti sono vicini al campo”.

Pensi che Brescia e Cremonese possano salire entrambe in A, magari evitando i play off?

“Solo all’ultimo minuto si saprà chi delle due salirà o farà play off. Tutte e due insieme e subito la vedo difficile; la zona promozione è molto equilibrata, nessuno spacca. Il ha Lecce perso punti importanti, il Benevento rientrato. Non c’è una linea continua per nessuno. Se io fossi un allenatore di quelle squadre guarderei solo a me stesso senza pensare troppo alle altre”.

Che ricordi hai dei derby Cremonese-Brescia?

“In prima squadra non ne ho mai giocati, ma ricordi quelli nel settore giovanile: nel Brescia di Settembrino c’erano Corini, Luzardi, Bortolotti, Ziliani, con noi Favalli, Turci, Bonomi. Sempre grandi sfide. Anche nei tornei estivi, ne ricordo uno in particolare a Toscolano Maderno. Entrambi i settori giovanili erano fortissimi: una volta vincevano loro, una volta vincevamo noi”.

La figurina di Marcolin con i colori grigiorossi

Tu, bresciano della città, perchè andasti alla Cremonese e non al Brescia?

“Ho giocato alla RIgamonti dai 10 ai 12 anni, un giorno un osservatore della Cremonese avvicinò mio papà e gli chiese se volevo fare un provino. Con me c’erano anche Fabiano Franzoni (diventato poi un ultras biancoazzurro, ndr) e Stefano Preti: presero solo me. Del Brescia non mi ha cercato mai nessuno. Nonostante questo giocavo con la Cremonese nelle giovanili, ma la domenica andavo in Curva Nord a vedere il Brescia di Gritti e Aliboni con mio fratello e mio zio”.

Cos’hai pensato quando Cellino ha esonerato Inzaghi per poi richiamarlo?

“Conosco Pippo e ho avuto Cellino come presidente quando giocavo a Cagliari. Inzaghi è un grande professionista. Ho pensato a uno screzio verbale, non a un giudizio tecnico. Impossibile criticare il lavoro di Pippo, è sotto gli occhi di tutti, sta facendo benissimo”.