Il Brescia torna alla vittoria in casa dopo 109 giorni grazie a una doppietta dell’argentino: il 2-0 all’Ascoli vale il primo posto in solitaria. La miglior prestazione dell’anno per intensità e gioco. E’ la vittoria di Inzaghi, che trionfa con il turnover
Brescia. Il Brescia è un fiume carsico, riaffiora anche con il bel gioco così che adesso tutti possano essere felici e contenti. Non bastavano evidentemente gli otto risultati utili consecutivi e il fatto di essere in zona promozione da inizio campionato. Serviva anche una prestazione così per mettere a tacere gli eterni insoddisfatti, quelli che continuavano a sostenere che Inzaghi era solo rabbia e speculazione del risultato a scapito del gioco.

Il punto della situazione. A volte si parla di gioco per riempirsi la bocca, la verità è che ormai era diventato un tiro al piattello quello verso SuperPippo, iniziato (ahinoi) da quella folle idea di esonerarlo dopo lo 0-0 di Cosenza con le rondinelle a -1 dal secondo posto per fare spazio all’immeritevole Diego Lopez, e dilagato in una piazza abituata a chissà cosa poi… Dopo questo mercoledì di fine febbraio – con soli 3051 sugli spalti, ma con una Curva Nord determinante per come ha spinto la squadra dall’inizio alla fine (nota di merito anche per lo sfottò ”e l’oliva dov’è?” ai tifosi marchigiani, uno dei cori più simpatici sentiti in tanti anni di frequentazione degli stadi) – speriamo che sia tutto più chiaro: nessuno osi più cercare di separare ciò che Pippo Inzaghi e questa squadra hanno unito, costruito, plasmato. Dopo 109 giorni e sei partite, Bisoli e compagni sono tornati a vincere nel proprio giardino. Tre punti che significano primo posto in solitaria, anche perchè non è facile per nessuno fare risultato in questa serie B: il Lecce perde in casa con il Cittadella, Pisa e Cremonese non riescono a battere in casa Parma e Vicenza.

Le scelte. Il 2-0 sull’Ascoli, giocando la miglior partita stagionale per pressing asfissiante, recupero palla e occasioni a iosa, arriva dopo un pre partita nel quale la formazione iniziale aveva, tanto per cambiare, scatenato mugugni, diffidenza, prevenzione. E invece è stata proprio la vittoria di Inzaghi, che non ha sbagliato nulla nel turnover, necessario in un periodo da una partita ogni tre giorni in poco più di un mese. L’ha ammesso anche Pulcinelli, il patron dell’Ascoli: ”Ci hanno dato una lezione di calcio”. Lo spiegasse anche al suo direttore sportivo… Quella di Pippo sembrava una formazione schierata per sfidare le volontà presidenziali, ma non è così, non funziona così e se vengono fatti certi retropensieri è perchè è stata creata, dall’interno, una situazione divisiva che non porta da nessuna parte e che va tolta dall’immaginario popolare il prima possibile. Uniti si vince e il gruppo squadra lo sta dimostrando senza mai un muso lungo, con i panchinari (o presunti tali) che giocano come e anche meglio dei cosiddetti titolari. Con Palacio, Van De Looi e Bajic nell’undici di partenza, e Tramoni e Bertagnoli in panchina, Inzaghi si è preso un rischio calcolato perchè sa chi ha a disposizione e come poter usare il potenziale.

La partita. Il Brescia è partito subito forte, si è capito ben presto che Palacio era in grande forma e il suo gol al 19’, dopo una bellissima azione con Léris a farla partire e Bisoli a produrre l’assist, ha spento i primi fuochi che l’Ascoli aveva acceso con i tentativi di Bidaoui e Tsadjout. Ottimo uso delle fasce, dominio del centrocampo e una catena di sinistra (Pajac-Léris-Palacio) che ha travolto i dirimpettai dell’Ascoli. La traversa di Falasco ha esaltato i riflessi di Joronen (determinante la sua deviazione con i polpastrelli) e tenuto alta la tensione in campo. All’alba del secondo tempo Palacio ha raddoppiato di rapina, “alla Inzaghi”, dopo angolo di Jagiello e sponda di testa di Cistana, facendosi beffa dei suoi 40 anni. Un tre o un quattro a zero non sarebbe stato uno scandalo (Proia il più vicino a segnare con un tiro a fil di palo dopo un triangolo con Tramoni), ma va bene anche così. Certe volte è meglio tenersi dei gol in cassaforte per tirarli fuori, luccicanti, in altre occasioni. Sabato è dietro l’angolo e la trasferta a Como va presa con le pinze. Per un 10 (risultati utili) in pagella.
