UN ALTRO POMERIGGIO PIU’ GRIGIO CHE AZZURRO

Continua la maledizione casalinga: il Brescia acciuffa solo al 90esimo l’Alessandria. E stavolta ci mette del suo anche l’arbitro verso il quale Cellino a fine gara urla: ”Vergogna, questa è una vergogna!”. Leonessa ora quarta, ma sempre a -1 dalla zona serie A.

Brescia. Sarebbe facile derubricare questa partita con le altre dieci casalinghe e quindi aggiornare la media punti al Rigamonti che scende, drammaticamente, ancora: da 1,30 a 1,27. Crediamo invece che stavolta le attenuanti ci siano. Premessa: tranne gli ultimi 20-25’, il Brescia non ha giocato come deve fare una squadra che punta alla serie A. Poco o nullo il pressing, lenta e prevedibile la manovra, burroso e senza fosforo il centrocampo, perforabile la difesa, inesistente l’attacco. Tutto quanto basterebbe per aprire un nuovo processo, anche se la reazione c’è stata e dopo lo svantaggio (firmato Corazza al 70’) è arrivato il pareggio di Moreo al 90’. Manca un rigore, forse due, a Inzaghi. Il più netto è quello negato all’ultimo secondo, quando Paterna – dopo aver allungato il recupero da 5’ a 7’ – non se l’è sentita di decidere un match che avrebbe visto l’Alessandria uscire ingiustamente sconfitta.

Il tocco con il braccio largo di Ba in piena area all’ultimo secondo

Disorientamento. L’alibi principale che riconosciamo a squadra e allenatore, questa volta, è relativo agli assurdi fatti d’inizio settimana. Una società dovrebbe mettere sempre il tecnico e i giocatori nelle migliori condizioni per rendere al massimo e raccogliere risultati, nei giorni scorsi il Brescia non l’ha fatto e prima di gridare ”vergogna, questa è una vergogna” come ha fatto Cellino verso l’arbitro e il Var (che ha confermato la decisione di Paterna di non dare il penalty) bisognerebbe interrogarsi su cosa è stato fatto, cosa si è sbagliato (perchè qualcosa è stato sbagliato anche a livello dirigenziale, su questo siamo tutti d’accordo vero?) e ragionare su cosa sarebbe il caso di evitare almeno nel futuro immediato. Ci sta che stavolta la squadra sia scesa in campo contratta, timorosa, disorientata da quanto visto e sentito. L’ha detto anche Moreo in sala stampa: ”Siamo stati presi un po’ alla sprovvista”. Viva la sincerità, in un mondo di verità nascoste. E’ stata pur sempre una squadra che ha dovuto allenarsi per due giorni con il preparatore atletico, di Diego Lopez per altro. E anche mercoledì, quando Inzaghi ha ripreso in mano la squadra, la situazione al campo di Torbole era irreale. Un paio di allenamenti non possono bastare per cancellare i problemi che questa squadra ha da inizio stagione in casa, dove non vince ormai da più di tre mesi. Restiamo stra convinti che l’allenatore individuato da Cellino e Marroccu non avrebbe fatto di meglio e che oggi anche giocare in trasferta sarebbe stato un problema. Serve serenità e non basta dire ”ricominciamo come se nulla fosse successo” per riacquistarla in pochi giorni.

Il gol di Corazza
Mischia nell’area alessandrina

Non è tutto nero. Se davvero si è convinti di ripartire insieme, lasciando da parte tutto il nero e negativo, bisogna farlo dagli ultimi 20-25’ in cui si è visto finalmente un Brescia coraggioso, cattivo, capace di schiacciare l’Alessandria nella propria area come dimostrano anche gli 11 corner a 2 al triplice fischio. Non va bene che il primo vero tiro in porta sia stato quello di Moreo per il pareggio. Non va bene che in una squadra che punta alla serie A il migliore in campo sia il portiere. Non va bene che manchi un regista importante in rosa (Van de Looi ancora non lo è, a questo punto chissà mai quando lo sarà). Non aver perso una gara così è invece ciò che bisogna tenersi stretti perchè non era affatto scontato che ci fosse la reazione. Altre squadre, soprattutto se non fossero state compatte con il proprio allenatore, avrebbero ”sbragato”. E’ il terzo pareggio consecutivo, quarto nelle ultime cinque. La classifica però tiene anche perchè le altre, tranne Cremonese e Monza, vanno avanti piano come il Brescia stesso. Tra le certezze e le cose belle anche il tifo della Nord, che non ha smesso un secondo di crederci (e non è un caso se attaccando sotto quel settore nella seconda parte di primo tempo le rondinelle si sono trasformate) e che a fine gara ha chiamato Bisoli e compagni per far loro sapere “Siamo sempre con voi”. Il Brescia è scivolato al quarto posto, ma è pur sempre a -1 dal secondo. Certo la pazienza non sarà eterna, ma ci sentiamo di chiedere ancora un po’ di clemenza prima di sparare a zero sul pianista.

Non è bastato l’ingresso di Palacio
Cellino furibondo con l’arbitro a fine partita

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