IL SISTEMA CELLINO E LE SCOSSE PROGRAMMATE

Brescia. Si è scritto e detto tanto, in questa settimana anomala, caratterizzata dalla cacciata di Inzaghi, poi rientrata grazie (anche) all’impossibilità di esonerare il tecnico per una clausola di contratto. Dico la mia ora, a poche ore dalla partita, ed è solo la mia opinione: Cellino è un personaggio vulcanico, sempre in apprensione, che vive di emozioni. Dubito che non conoscesse le condizioni del contratto, ma serviva una scossa. Chi vive di adrenalina, non sopporta la noia, la vita piatta, e questo era il Brescia degli ultimi tempi, una squadra senza identità precisa, che viveva sulle giocate dei singoli, più che su un gioco collaudato, e una formazione tipo, con partite spesso risolte dalle forze fresche, vista la qualità generale della rosa, cosa che molti altri non hanno. E così, potendoselo permettere (certe mosse costano!) ha pensato di ribaltare tutto: sfiduciare il mister, il suo gioco, dando uno scossone a tutto l’ambiente, chiamando un allenatore non amato dalla piazza e dai giocatori, per poi costringerlo a rinunciare e a rescindere, tirare le orecchie ad Inzaghi, sfiatando quella pressione che, inevitabilmente, cresce ad un uomo come il Presidente, che vuole una squadra vincente e convincente, che valorizzi i giocatori da rivendere, per creare quei presupposti per rendere florida l’Azienda perché, non è un mistero, lo scopo di ogni azienda, è quello di creare utili.

Certo, è un sistema piuttosto brutale, nell’insieme, privo di diplomazia, ma che risana da tutte le scorie, quando non provoca fratture insanabili. Lavorare con Cellino è una scelta che, per uno come Inzaghi, non certo un emergente o uno sconosciuto, significa anche una sfida.

E così, lo azzardo ora, prima del match, vedremo un Brescia diverso, magari non dai primi minuti, più rabbioso, meno piatto e prevedibile, con un passo diverso, soprattutto a centrocampo.

E, se le cose dovessero andare bene, sarebbe un nuovo inizio, per il rush finale del campionato, potendo contare, fin da subito, su poco meno di una trentina di giocatori di livello per 7 gare in 22 giorni, cosa che non tutti si possono permettere.

Almeno spero…

Ezio Frigerio

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