MARROCCU: ”DIEGO LOPEZ HA CAPITO CHE NON C’ERA UN AMBIENTE SERENO PER UN SUO RITORNO E DA AMICO DEL BRESCIA HA FATTO UN PASSO INDIETRO. MI ASPETTO CHE INZAGHI TORNI METTENDOCI DEL SUO”

”Inzaghi non è mai stato ufficialmente esonerato. Dopo averlo supportato, avevo preso le distanze perchè il rapporto tra lui e Cellino non collimava più”. Pippo in serata in sede con l’avvocato

Torbole Casaglia. Tutto esaurito nella sala stampa del Centro Sportivo di Torbole Casaglia. E’ un Francesco Marroccu disponibile a rispondere a tutte le domande, ma anche un po’ nervoso (nervosismo che ci può stare e che è dettato anche dalla stanchezza accumulata in un gennaio fatto di un mercato vertiginoso e delle ultime frenetiche giornate) quello che si presenta di fronte ai giornalisti. La notizia è che Diego Lopez ha fatto un passo indietro perchè ha capito che non c’erano i presupposti ambientali per tornare e che, se Inzaghi accetterà, tornerà ad essere allenatore del Brescia.

“Ieri sera ho incontrato Diego Lopez e il suo staff. In città – comincia a Marroccu senza bisogno di essere imbeccato da domande – non si è respirata una buona aria per il suo rientro. C’è stato un movimento che ha fatto sì che Diego Lopez da amico del Brescia e del presidente, ci tengo a sottolinearlo, dopo aver visto tante reazioni anche da parte della stampa e del mondo dei social, ha preso coscienza che il suo arrivo poteva essere una mossa che non consentiva al Brescia di andare avanti sereno. Ha quindi rinunciato all’incarico”. 

Reintegrato quindi Pippo Inzaghi? Esisteva anche un problema relativo alla clausola che impedisce l’esonero di Inzaghi?

“I tempi non collimano con un’eventuale clausola con la quale non potevamo licenziare Inzaghi. Il fatto non è questo”.  

Cosa vi ha fatto pensare, dopo il passato di Diego Lopez a Brescia, che potesse essere lui l’uomo giusto?

“Sono caduti tanti allenatori in questi anni. Diego Lopez ha fatto con me molto bene a Cagliari da giocatore e allenatore, ha portato il Bologna nei play off, con il Penarol ha vinto un titolo. Ha fallito a Brescia con Cistana infortunato, Donnarumma che non rinnovava il contratto, con tanti casi di Covid. Su di lui decidono Cellino e Marroccu perchè uno paga e uno l’appoggia, non la stampa o i tifosi. E’ stato preparata una situazione tale per cui Lopez ha preferito fare un passo indietro. Venti giorni fa mi sono esposto per perorare la causa di Inzaghi. Quattro giorni fa ho smesso di supportarlo perchè non erano sulla stessa lunghezza d’onda lui e il presidente. Il passato non è importante. Io ero un nuovo ingranaggio. Potevano cambiare le cose con Diego Lopez. Lui ha detto che era meglio fare un passo indietro dato che le condizioni ambientali gli erano avverse”. 

Cosa vi aspettate ora da Inzaghi?

“Innanzitutto nessuno ha mai comunicato l’esonero di Inzaghi. Cosa vi ha fatto pensare che Inzaghi fosse stato esonerato (il fatto che Diego Lopez era in città da due giorni, gli è stato risposto, ndr). Inzaghi è l’allenatore del Brescia e deve saper collaborare con il club. Non significa che deve subire il club. Ha dimostrato un grandissimo feeling, è stato l’artefice della partenza. Senza la sua partenza il Brescia non sarebbe in questa situazione. Gli faccio i complimenti, ma noi abbiamo fatto un mercato netto e chiaro. Ci siamo detti delle cose. Per lavorare nel Brescia bisogna essere resilienti e abituarsi a confrontarsi con un uomo a cui non basta il risultato giornaliero, ma guarda in proiezione. La serie A è ciò che dobbiamo acchiappare. Dobbiamo portare il Brescia in A: io, Inzaghi siamo pronti. La strada deve scriverla un presidente. Se non condividi la strada con un presidente, non rimani. Io non sono un direttore con diritto di firma. Inzaghi nell’ultimo periodo è stato sfiancato da questo lavoro. Io mi sono trovato non bene, ma benissimo con Pippo. Noi vogliamo andare in serie A e dobbiamo fare di tutto. Cellino vuole questo: pregi e difetti suoi li conoscete. Il club sta molto bene. E questo è merito di Cellino”.

Ora come si riparte con Inzaghi? Da separati in casa?

“La strategia è una sola: andare in serie A. Non dobbiamo andare a cena con Inzaghi. Io sono un dipendente e prendo le indicazioni della società. Chi ha voglia di stare qui e partecipare deve metterci anche del suo. Rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo”. 

Pensa che Inzaghi abbia avuto un atteggiamento troppo prudente con Ternana e Cosenza?

“E’ un’osservazione che trova riscontro sul campo. Non è lui che ha mollato, sono state partite difficili. Giocare in casa sta diventando un problema. Non è però una sua responsabilità. Lui è sempre stato un martello. Nell’ultimo week-end l’ho visto un po’ così e se avessi perorato la sua causa facevo del male al Brescia”. 

La squadra come ha preso queste ultime ore?

“Gli scossoni portano sempre cose positive. Sono cose che rinsaldano e aggregano. Ne farei volentieri a meno, anche se è già successo che dopo situazioni così il gruppo si sia compattato e abbia reagito bene”.

Non trova che Inzaghi sia l’unico uomo giusto per questo spogliatoio? E che magari sia stato poco supportato dentro e fuori dato che a inizio stagione veniva criticato perchè subiva troppi gol e ora perchè ne fa pochi?

“Sul fatto che Inzaghi sia l’uomo giusto per lo spogliatoio non è mai stato messo in discussione. Possibile che la situazione di Inzaghi sia figlia di un accumulo di tensione di un mercato che è stato stressante, io non ho mai vissuto un coma quello dell’ultimo mercato. Mi è sembrato di fare il pescatore, di tirare la rete, ma per Inzaghi è stato soddisfacente, l’ha detto lui e mi fa piacere. Credo di essere stato lineare e trasparente. Inzaghi non è diventato un nemico, ho percepito un momento di difficoltà. Dovevo fare da mediatore e ho accompagnato l’analisi di altre soluzioni”. 

Quando la squadra è stata messa al corrente del nuovo ribaltone?

“E’ stata tenuta all’oscuro di tutti i pensieri fino ad oggi quando ho detto che avrei richiamato Inzaghi. Io lo stimo, non deve farmi grandi discorsi. Mi aspetto solo che mi dica che arriverà al campo”.

Filippo Inzaghi in serata si è presentato nella sede del Brescia calcio con l’avvocato sportivo Sara Agostini, che collabora con lo studio di Tullio Tinti, procuratore di SuperPippo fin da quando era giocatore. Si attendono novità. Chi dirigerà l’allenamento di mercoledì a Torbole Casaglia?

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