MARROCCU: “OPERAZIONI FUNZIONALI, GRAZIE A CELLINO CHE HA INVESTITO TANTO. A TIFOSI E STAMPA CHIEDO OTTIMISMO”

«Behrami uomo di esperienza, sarà trascinatore. Mercato in cui abbiamo preso giocatori di personalità, costruendo un blocco italiano. Inzaghi era in sede a motivare i nuovi arrivi, ha sposato la causa con tutto sé stesso. Chancellor forse in MLS, Linner domani in Norvegia. Un grazie anche a chi in società ha lavorato nell’ombra»

Brescia. Uno stanco Francesco Marroccu, dopo una lunga giornata di trattative, è intervenuto nelle due trasmissioni del lunedì sera sulle televisioni bresciane per raccontare le sensazioni a caldo anche di allenatore e presidente.

Così a ”Parole di calcio” su Teletutto.

Sul mercato di gennaio. «Oggi abbiamo raccolto i frutti di un mese di lavoro. Voglio partire dal termine che ho sentito prima, ovvero patrimonializzazione (di cui aveva parlato Enrico Dalè, ospite in trasmissione, ndr): l’acquisizione del centravanti Bianchi e del difensore Adorni fanno capire che non è solamente un all-in per tentare la scalata alla classifica, ma c’è sempre la volontà di costruire solide basi. Questa è la filosofia del presidente Cellino, che va solo ringraziato, perché in un mercato in cui tutti hanno cercato solo di scambiarsi giocatori noi li abbiamo acquistati, sempre con la possibilità di riscattarli. Non è un mercato che rende il Brescia più forte, perché lo era già in precedenza, ma lo ottimizza. Sono arrivati dei giocatori che ne hanno sostituiti altri, probabilmente più funzionali per questo rush finale». 

Sullo sfoltimento della rosa. «Abbiamo acquisito sei giocatori e ne sono usciti sette. È stato un mercato in cui abbiamo equilibrato la rosa, rimanendo abbastanza numerosi per i numerosi impegni che ci aspettano. Valutando il Covid è un calendario difficile, ci siamo messi al riparo da imprevisti». 

Su Behrami. «Ho avuto il piacere di conoscerlo nella mia esperienza al Genoa. È un giocatore avanti negli anni, ma ancora calciatore. Ha sempre ricoperto in carriera il ruolo del trascinatore, ed è questo che gli si chiede in questa nuova esperienza qui a Brescia».

Sulla “rivoluzione “in rosa. «Non sono convinto sia stata una rivoluzione, perché noi siamo molto contenti della squadra che è sempre stata nei primi tre posti. Questo è più un mercato futuribile, sono state fatte operazioni di consolidamento della posizione, non di stravolgimento. Abbiamo preso due calciatori a titolo definitivo, perché pensiamo possano giocare anche in altre categorie, funzionali all’obiettivo che possano giocare ancora per tanti anni con noi. Abbiamo corretto il tiro, facendo il massimo: non dimentichiamo che il grosso della rosa è stato mantenuto. Il mercato perfetto si battezza poi a maggio, adesso c’è solo da essere contenti per avere un nucleo di giocatori italiani e di personalità. Questi sono gli aggettivi che definiscono la nostra campagna acquisti». 

Su Cellino. «Lo abbiamo sfiancato. Ha trascorso giorni e notti pianificando le strategie e in un mercato fatto solo di scambi ha immesso liquidità. Volevo anche puntualizzare la dichiarazione che ho fatto il giorno del mio ritorno: il Brescia vuole tornare in serie A, ma nulla è dovuto. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti: invito quindi società e stampa ad avere un atteggiamento positivo verso la squadra, diventando un corpo unico e granitico. La squadra merita tanta fiducia, è un gruppo sano: invito tutti a darci la spinta finale per cercare di costruire il nostro sogno. Il Brescia e Cellino non hanno lesinato sforzi in tal senso». 

Su Inzaghi. «Rivelerò un segreto: non mi è mai capitato di fare le ultime ore di mercato con l’allenatore in sede, che incontrava i giocatori e li stimolava. Abbiamo trovato un allenatore fuori dagli schemi, che ha sposato la causa: è puro, bisbetico come tutti i centravanti, ma ci mette l’anima. Ha motivato anche il presidente per fare un mercato molto forte». 

Un ultimo ringraziamento. «Vorrei ringraziare quella che viene definita la “squadra fantasma”, quella che non si vede. Chi lavora dietro le quinte ha fatto un grandissimo lavoro. È giusto ricordare anche gli sforzi di queste persone». 

Qualche minuto dopo il direttore dell’area tecnica è intervenuto anche a Zona Ciro su VideoBrescia Sport, canale 273 del digitale terrestre, toccando numerosi altri argomenti, anche più complicati. 

Sulla “paternità” del mercato del Brescia. «Sono tornato perché con Cellino mi esprimo al massimo, mi sono mosso in sinergia con il presidente e con l’allenatore. Il presidente non ha lesinato sforzi, acquistando due cartellini che in questi mesi non compra nessuno. È il mercato del Brescia calcio in toto». 

Su Flavio Bianchi. «L’ho visto al Genoa, so le sue qualità. Paradossalmente ha fatto gol in C e in A ma non in B. Deve consolidare la sua crescita, sarà importante nelle gerarchie degli attaccanti biancazzurri». 

Sempre su Behrami. «Nei miei due anni al Genoa ha dato un contributo importante per quanto riguarda la gestione dello spogliatoio, l’esempio e l’adrenalina che si porta dietro. È questo che gli si chiede qui a Brescia». 

Sul ritorno all’italianità. «Sono arrivati giocatori “certificati “, mix di personalità ed esperienza. Sono tornati gli italiani, senza accorgercene negli ultimi anni avevamo costruito una squadra con tanti profili stranieri, ma l’italiano quando c’è da centrare un obiettivo fa zoccolo duro e fa squadra. Nei momenti di difficoltà spetterà agli italiani indicare la via». 

Sul “dietrofront” presidenziale riguardo la rosa. «Cellino è un depistatore seriale (ride, ndr), qualunque cosa abbia detto è sempre frutto di una strategia che lo ha portato a concludere nel modo migliore le trattative. Magari voleva farmi industriare meglio negli acquisti. Non fa mai niente per caso, la sua genialità spinge persone razionali come me ad aver piacere nel lavorare con lui». 

Chancellor e Linner. «C’è la possibilità che Chancellor vada a Dallas. Domani Linner esce verso la Norvegia. Il mercato in uscita è sempre il più difficile, tutto è stato fatto con il bilancino». 

Entusiasmo. «Io oggi mi sento gratificato da quello che è successo. Mi sento forte, vorrei giocare domani. Questo è il messaggio che voglio far passare a mass media e tifosi: siamo un bel gruppo di lavoro, con giocatori seri e perbene. È facile gestirli, c’è solo da farli rendere al meglio ed essere sereni. Non avrei fatto nulla di diverso, nulla di più perché alle 19.20 Inzaghi era in sede con la tuta del Brescia ad incitare i nuovi arrivi. Sento le emozioni giuste per fare qualcosa di importante, soltanto credendoci e essendo positivi la serie A è possibile. Se uno si sente forte, se il gruppo sente il calore dell’ambiente succede come tre anni fa e ci ritroviamo nella massima serie senza sapere perché. Abbiamo un centro sportivo e la città che dice “dovete essere primi “: no, saremo terzi, magari quarti, poi i cavalli si vedranno all’arrivo». 

Forse chissà succederà. «Voglio risentire ancora quel coro dei tifosi, forse chissà succederà canta con noi che torniamo in serie A. Tra qualche mese vorrei che i tifosi potessero ricantare quella canzone. La parola giusta è crederci. Uno dei compiti del direttore sportivo è dare tranquillità, ho il vantaggio di aver lavorato per anni con il presidente e ho quindi il vantaggio di tradurre subito il suo pensiero. Mi rivedo nel ruolo di equilibratore».