SOLO UNO, MEGLIO CHE NESSUNO

Il Brescia interrompe l’emorragia casalinga pareggiando in rimonta con il Cittadella: Moreo riprende Antonucci. Addio titolo di campione d’inverno: va al Pisa

Brescia. Oltre al freddo gelido patito sugli spalti del Rigamonti, ti resta addosso quella strana sensazione per cui ancora non ti rendi conto se devi storcere il naso per l’ennesima chance casalinga buttata via oppure vedere che qualcosa di più e di meglio nel bicchiere c’è. In fin dei conti il Brescia stavolta ha evitato la sconfitta dopo essersi ritrovato ancora una volta sotto per 1-0. Certo il Cittadella non è il Pisa (al quale con il pari di ieri le rondinelle hanno lasciato il titolo di campione d’inverno con una giornata d’anticipo) o il Monza, ma un pari dopo due sconfitte casalinghe è pur sempre ciccia da mettere sulla piastra.

Quel gioco che non decolla. E’ un Brescia che però, anche stavolta, parte intimorito (chissà da cosa poi…), si fa venire a prendere basso, ha un paio di occasioni, ma casuali e più che altro frutto del solito gioco fatto di attesa e ripartenze. Vero che le caratteristiche strutturali di squadra sono ormai appurate (recupero palla e trasmissione sugli esterni per le sgroppate di Léris e Tramoni, quest’ultimo in sinergia con Pajac), ma per sfruttarle bisogna riuscire a dare ritmo alle partite e quella di oggi è stata interpretata per un tempo e mezzo blandamente da Bisoli e soci. Dire che si è sentita l’assenza di Van de Looi in mezzo al campo non sarebbe intellettualmente onesto viste le tante volte in cui si è trovato in lui il capro espiatorio, ma è stato chiaro fin dall’inizio che non poteva essere Bisoli (seguito da Vita anche alla toilette) a risolvere i problemi di impostazione del gioco che questa squadra ha. Andreoli dall’inizio non sarebbe stata una bestemmia. Il ragazzo è entrato bene. Anzi: più che bene. Ci auguriamo non torni nel dimenticatoio tanto in fretta.

Antonucci aveva portato in vantaggio il Cittadella

Chi si accontenta…. Alla fine però questo punto lo si deve tenere stretto come fa un cane rabbioso con l’osso. Uno è meglio che nessuno e consente a Brescia di tenere il secondo posto, nel caso a pari merito, anche se il Lecce domani dovesse battere il Vicenza com’è assai probabile. Ci si tiene stretto un Moreo che sa come si tolgono le castagne del fuoco, il fedelissimo di Inzaghi non tradisce. L’analisi del tecnico biancoazzurro a fine partita lascia ancora una volta quantomeno perplessi. La strategia di difendere sempre e comunque la propria squadra inizia a risultare stucchevole. Nessuno si sta lamentando della classifica, ma è lecito attendersi qualcosa in più sul piano delle prestazioni. Il Cittadella ha avuto più occasioni, anche se ha lasciato il possesso per il 60%. Bisogna tornare ad essere padroni in casa propria. Prima di tutto con l’atteggiamento. Che deve essere aggressivo, spietato. Il Brescia ha qualità, armi, giocatori. Bisogna condire il tutto con un gioco più convincente. Altrimenti ogni settimana si è da capo e continuare a vincere in trasferta non potrà essere sempre così facile e automatico.

Massimo Cellino in tribuna con il figlio Edoardo

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