VIVIANI, ESSERE O NON ESSERE TONALI?

Nascere a Brescia, lo stesso anno di Sandro Tonali, giocare nel ruolo e ritrovarselo in biancoazzurro. Se poi subentrano anche problemi tra la società e il procuratore… Non gli restava che cercare fortuna altrove: lunedì sarà l’ex a Benevento

Benevento. I paragoni, nel mondo dell’informazione sportiva, hanno lo scopo di creare immediato interesse, al fine di far dibattere sia gli addetti ai lavori sia i semplici appassionati. Molti tra questi accostamenti sono arditi, altri si fondano su fragili appigli, altri invece sono quasi naturali per l’allineamento delle coincidenze sui quali si fondano: in quest’ultima casistica troviamo la storia di Mattia Viviani, cresciuto all’ombra ingombrante di Sandro Tonali, a sua volta sempre paragonato a sproposito ad Andrea Pirlo. Ma questa è un’altra storia. 

Gli esordi. Mattia Viviani nasce il 4 settembre del 2000 a Mompiano. Cresce nel settore giovanile biancazzurro e, sotto la gestione Boscaglia bis,arriva il debutto in campionato, in una di quelle serate che per un esordiente possono però pesare tonnellate: 24 marzo 2018, Bari-Brescia 3-0. La sua partita dura infatti solo quarantacinque minuti, e per quella stagione le chance di mettersi in mostra, anche a causa della complicata situazione di classifica, finirono. La stagione successiva è l’anno del rinnovo di contratto, per ben tre stagioni, e della promozione: Mattia scende in campo in 6 occasioni, ma lo spazio per emergere resta però poco, perché Tonali gioca quasi sempre e in quell’anno è imprescindibile come metronomo. 

Per la serie maggiore, grande attestato di stima, viene confermato come prima alternativa a Sandro, debuttando in serie A in un Brescia Lecce 3-0 che sembrava poter scrivere un nuovo inizio per il ritorno nella massima serie delle rondinelle. La stagione si conclude però con un’amara retrocessione e Viviani, anche a causa di contrasti tra il presidente Cellino e il procuratore Tullio Tinti, viene lasciato libero di accasarsi tra i clivensi. 

Finalmente titolare. A Verona Mattia inizia a mettere in mostra tutte quelle qualità sempre rimaste in ombra sotto il Cidneo: mister Aglietti lo piazza infatti davanti alla difesa, come i suoi modelli De Jong e Verratti, e il ragazzo totalizza 31 presenze. Quando sembrava finalmente giunto il momento della definitiva consacrazione arriva però il più doloroso degli epiloghi: il Chievo infatti fallisce e Viviani si ritrova senza squadra. Il Benevento allora, superando la concorrenza di Salernitana e Cagliari, riesce ad aggiudicarsi le prestazioni del ragazzo. 

Tra i sanniti. Viviani, fino ad oggi, ha totalizzato 5 presenze nella squadra campana, confermando i progressi già mostrati con la maglia del Chievo. Lunedì arriva la sfida contro la sua ex squadra, partita che il ventunenne Mattia ha già dimostrato di non soffrire particolarmente: proprio contro il Brescia infatti, la stagione scorsa, fece un’ottima prestazione, facendo così sorgere i primi rimpianti a molti tifosi sull’opportunità di una cessione che collide decisamente sia con la volontà di valorizzare i ragazzi del territorio, sia con le incertezze di Van de Looi e Labojko, eredi designati di Tonali e Viviani stesso. 

Lunedì scopriremo se i rimpianti aumenteranno.