HUBNER: “NEL BRESCIA DI INZAGHI SAREI STATO VALORIZZATO, MI PIACE LA SUA MENTALITA’ D’ATTACCO”

Intervista in esclusiva al Bisonte: “Non sono fuori dal calcio, sto semplicemente facendo il… mio calcio. Cellino non ama il Brescia come Corioni, ma va comunque ringraziato”

Crema. In questa settimana di avvicinamento a Perugia-Brescia abbiamo intervistato Dario Hubner, doppio ex della gara: giocò infatti gli ultimi sei mesi in serie A con la maglia del Grifone, prima dello spareggio con la Fiorentina che condannò gli umbri alla più triste delle retrocessioni. Ecco cosa ci ha raccontato: 

È la vigilia di Perugia-Brescia. Qual è il tuo ricordo dell’esperienza in Umbria? Come è stato il tuo rapporto con Gaucci?

«Ma sai, io ho fatto sei mesi a Perugia in un anno un po’ particolare, in cui la serie A è durata tantissimo. Non ne ho un ricordo del tutto positivo, considerato l’epilogo. Il presidente Gaucci era una persona squisita, quando sono arrivato io a Perugia la squadra era nei bassifondi della classifica, poi abbiamo fatto un girone di ritorno importante, siamo arrivati allo spareggio con la Fiorentina ma l’abbiamo perso. È stato un anno un po’ particolare, la quota salvezza fu altissima, ci furono tante situazioni contro». 

Venendo invece alle vicende di casa Brescia, la squadra di Inzaghi sta mettendo in mostra i suoi attaccanti. Quale ti ha colpito di più e quale ti assomiglia di più nel modo di giocare? 

«I tre attaccanti del Brescia stanno facendo bene, ognuno poi fa storia a sé con i suoi pregi e i suoi difetti. Di Hubner ce n’era uno, con i suoi pregi e i suoi difetti, così come adesso Ayé ha i suoi pregi e i suoi difetti. Paragonare gli attaccanti non ha molto senso, ognuno è fine a sé stesso. 

Cosa ne pensi di Inzaghi come allenatore? 

«Le sue squadre giocano bene, hanno la mentalità offensiva e giocano a calcio. La mentalità positiva mi piace. Sai benissimo però che devi valutare anche l’equilibrio tra i piatti della bilancia, ovvero tra fase difensiva ed offensiva: non puoi attaccare allo sbaraglio. Devi essere intelligente, e penso che Filippo lo sia»

Una squadra come il Brescia attuale ti avrebbe valorizzato…

«Sicuramente sì. Bisogna però attaccare con accortezza. Non si può andare allo sbaraglio, in questo momento va bene perché molte squadre giocano un po’ sbarazzine, ma più si andrà avanti, più i punti saranno importanti. Il Brescia deve cercare di portare a casa più punti possibili in questo inizio di campionato, per poi gestire a metà e alla fine». 

Negli ultimi anni hai collaborato con realtà come “Serie A operazione Nostalgia “Hai nostalgia di questo calcio

«Io ho nostalgia del mio calcio, questo di oggi non so com’è quindi automaticamente non mi manca. Del calcio che facevo io ho nostalgia, ovvero il calcio degli amici, con presidenti come genitori e una mentalità molto più famigliare. Ho una squadra di ragazzi disabili a Mantova e mi sto divertendo tantissimo con loro». 

A proposito di presidenti di una volta, a Brescia c’è uno degli ultimi rimasti della “vecchia generazione” …

«Quando è arrivato qua Cellino aveva promesso la serie A e l’anno successivo è arrivata, quindi non si può dirgli nulla. L’anno dopo è arrivata la retrocessione, ma questa può capitare ad una “provinciale”. Adesso vediamo, sembrerebbe una squadra pronta per andare in serie A, per cui dobbiamo anche dirgli grazie: quando un presidente ti fa una squadra per andare in serie A va solo ringraziato, anche considerando che non è bresciano. Non ama infatti il Brescia come lo amava Corioni, però sta lavorando per il suo bene».